Non è necessario appellarsi a trattati di zoologia per dimostrare che cane e uomo non si assomigliano per niente, eppure c’è qualcosa che da millenni (i primi processi di domesticazione risalgono al Tardo Pleistocene) ci lega molto profondamente. Cosa sarà?
Generalmente quando si parla di legame cane-uomo inevitabilmente prevale il senso pratico e alla domanda “cosa fa un cane?” probabilmente la risposta sarà una di queste:
Il cane serve per fare la guardia;
Il cane serve per andare a caccia;
Il cane serve per cercare tartufi;
Il cane serve per condurre le greggi;
Il cane serve per fare compagnia;
qualunque sia la risposta, il cane viene considerato al pari di un oggetto… il cane “serve”!
Sono certa che chiunque abbia, o abbia avuto, la fortuna di condividere la propria vita con un cane, si è potuto rendere conto della dedizione e dello sforzo di Fido per comprendere il nostro linguaggio e di adattarsi alle nostre esigenze. Alla luce di questo non si può considerare il cane un oggetto, è chiaramente un soggetto! E’ perfettamente in grado di comunicare con noi e sa relazionarsi all’interno della comunità in cui vive.
E come comunica?
Si è detto che cane e uomo non si assomigliano per niente ma c’è una cosa, una cosa in particolare, che ci unisce più di quanto immaginiamo: il cane, come l’uomo, è in grado di comunicare con lo sguardo ed ha un’espressività molto simile alla nostra; buona parte della comunicazione dell’uomo è basata su sguardo e mimica facciale, la stessa cosa la fa Fido; lui cerca e segue il nostro sguardo (per esempio quando si trova in difficoltà ci rivolge lo sguardo proprio in cerca di aiuto) creando in questo modo un’intesa che fa del binomio uomo-cane una simbiosi perfetta.
“Fissa il tuo cane negli occhi e prova ancora ad affermare che gli animali non hanno un’anima” (Victor Hugo)
Guardarsi negli occhi attiva nei cani e negli esseri umani il rilascio di ossitocina, un ormone che ha un ruolo chiave nella creazione di un particolare legame affettivo e l’addestramento porta a un’intesa perfetta rafforzando giorno dopo giorno questo legame che è già speciale.
Immaginate il binomio che affronta un percorso di agility dog: il conduttore guida il suo cane attraverso una serie di ostacoli, passando slalom, tunnel, salti, ecc. e il cane esegue in modo rapido e con minori errori possibili il percorso; per l’uomo è una disciplina sportiva ma per il cane è semplicemente “un gioco” da condividere con il suo conduttore; ne deriva che prima di indirizzarsi ad una disciplina sportiva la cosa più importante è imparare a giocare con Fido.
Giocare e divertirsi insieme, ritagliandosi uno spazio ogni giorno, rinforza il rapporto del binomio e l’attività ludica assume un’importante funzione educativa, è però necessario impostare il gioco in modo costruttivo e come farlo lo approfondiremo prossimamente.
Viviana Nasti
Addestratore cinofilo ENCI