13a Primavera 1 – Alzano Lombardo, stadio “Carillo Pesenti Pigna”, sabato 30 novembre (ore 11)
Atalanta – Empoli 3-0 (2-0)
ATALANTA (4-3-2-1): Pardel 6; Gobbo 7 (43′ st Ghezzi sv), Tavanti 6,5, Ramaj 6,5, Simonetto 8; Steffanoni 6,5, Armstrong 6, Riccio 7,5 (43′ st Martinelli sv); Bonanomi 7 (32′ st Capac sv), Fiogbe 7 (32′ st Idele 6); Camara 6 (20′ st Baldo 6). A disp.: E. Zanchi, Isoa, Mencaraglia, Bilać, Bonsignori, Arrigoni. All.: Marco Zanchi 7 (Giovanni Bosi squalificato).
EMPOLI (3-5-2): Versari 6; Moray 5,5, Falcusan 5,5, Rugani 6; Trdan 5,5, Matteazzi 6,5, Huqi 6 (34′ st Bacciardi 6), Olivieri 5,5 (14′ st Lauricella 6,5), El Biache 6,5 (13′ st Orlandi 6,5); Popov 5,5 (1′ st Campaniello 5,5), Monaco 6 (14′ st Majdandzic 5,5). A disp.: Viti, Asmussen, Akpa-Chukwu, Giacomazzi, Boldrini, Tavernini. All.: Alessandro Birindelli 5,5.
Arbitro: Djurdjevic di Trieste 7 (Mezzalira di Varese, Martone di Monza).
RETI: 11′ pt Simonetto (A), 44′ pt Bonanomi (A), 4′ st Riccio (A)
Note: mattinata soleggiata e tiepida, spettatori 120. Ammoniti Ramaj, Huqi e Orlandi per gioco scorretto. Tiri totali 14-10, nello specchio 6-2, parati 3-2, respinti/deviati 3-3. Corner 5-1, recupero 1′ e 4′.
Alzano Lombardo – Sorpresa: esiste un’Under 20 nerazzurra non solo versione Youth Legue, 12 punti su 15, e non solo da 3-5-2. Marco Zanchi rimpiazza lo squalificato Giovanni Bosi in panchina, schiera i suoi a 4-3-2-1 e il più è fatto. Poi, certo, ci vogliono i grossi nomi per eseguire gli ordini. Federico Simonetto scopre di avere anche il destro con cui rompere l’equilibrio a suon di sassate, Andrea Bonanomi di non essere il regista basso del primo scorcio di stagione e Lorenzo Riccio (decina piena coi 3 in coppa di martedì scorso a Berna) di essere il fenomeno predestinato che tutti tratteggiano come tale. La Primavera dell’Atalanta, finalmente, sfata il tabù Alzano vincendo in casa alla tredicesima dopo sette match al digiuno da successi (l’ultimo il 23 settembre a Lignano con l’Udinese, il precedente a metà mese dalla Samp) e, soprattutto, in coda a soli due pari a fronte di ben quattro sconfitte tra le mura amiche. Venerdì 6 dicembre alle 14, appuntamento a San Pietro in Lama dal Lecce: classifica sempre bassina, a quota 15 di cui solo un terzo costruiti davanti al pubblico amico, ma le good vibrations per risalire la china ci sono tutte.
Scampato il doppio pericolo di Matteazzi e dell’attacco ospite con Monaco a provarci in rovesciata con alleggerimento di Gobbo (2′), quest’ultimo porta il primo assalto all’area avversaria duettando con Bonanomi provocando indirettamente il primo tentativo del futuro firmatario del vantaggio, sempre da fuori ma col preferito sinistro, rintuzzato in corner da Versari. Siamo al quinto cronometrico e al raddoppio ecco l’uno a zero convergendo dalla corsia per insaccare di potenza a mezz’altezza. Lì nel mezzo si combina parecchio e Riccio appoggia il suo trequartista destro, mancino pure lui, per un tracciante a pelo d’erba finito a a un A4 dal secondo palo alla sporca dozzina d’orologio scarsa. Il laterale-rompighiaccio su assistenza di proprio di colui che normalmente funga da play basso entra in navata per guadagnare un altro tiro dalla bandierina (18′). Stessa estremità prediletta da Huqi scollinato il ventesimo, mentre poco più tardi è Ramaj a respingere la girata, di sinistro of course, di Popov a rimorchio di El Biache.
Lunga pausa all’insegna della gestione e all’improvviso, scoccato il trentaseiesimo, l’asse lungo tra terzino sinistro-goleador e Fiogbe proietta Camara alla botta mancina staccata dal portiere ospite dal primo incrocio. A un tris dalla pausa Matteazzi smorza ancora in corner il conato di Riccio nel duetto con l’ala beninese, episodio che sforna la svettata molle e centrale di Tavanti sullo spiovente dell’iper-ciat migliore in campo. Qualche affannuccio dietro nelle trovate fra quinti e si decide di chiuderla qui, almeno virtualmente: Candas apre per l’apripista, cross, controllo di petto e zampata del numero 10, la cui raffinatezza e killer instinct consiglierebbero di avanzarlo sempre e comunque. Inizia la ripresa e il fenomeno dall’8 sulle spalle prima si fa stoppare dalla diagonale nel duetto con Fiogbe e quindi, riprendendo una puntata di Bonanomi rifinita da Gobbo, scarica in porta il 3-0 un metro più a sinistra del vertice destro. Una sfera magica un metro sotto il sette.
Comincia un’altra partita, quella della rincorsa della disperazione per i toscani, con lo schema El Biache-Campaniello al nono, tutto al volo e tutto sull’esterno alto della rete sfiorata. Due giri di lancetta e, spondato da Camara l’ammollo del terzino destro atalantino, Fiogbe e Riccio non sfondano il franfiglutti di Moray. Oltre il quarto d’ora, i Birindelli-boys ci riprovano con Matteazzi in acrobazia da situazione inattiva. Si entra nel garbage time e Baldo manca il poker alzando la traiettoria di Simonetto (27′), Trdan a rimorchio di Lauricella si mangia il gol della bandiera sull’esterno della rete per poi impegnare Pardel per modo di dire nella prima parata dell’ora di pranzo a un tiretto dalla mezzora. Il ragazzo d’oro che ha imbustato la pratica non imbraccia la doppietta a correzione in gioco aereo della pennellata simonettiana. La punizione di Orlandi dall’out sinistro a 9′ dal 90′ produce la spizzata di Trdan per il mancino al volo di Lauricella respinto dal muro di casa; a parti invertite, su azione, colpo di testa sul fondo dello specialista a palla ferma (39′) e ancora un assist per la punta pura a favore del subentrato all’intervallo Campaniello che imbocca il polacco davanti alla lunetta (42′).