Gelmi 6,5:

  il palo lo aiuta al ventesimo per tenere il treno sui binari della parità.
Bergonzi 6,5: bene nelle due fasi, anche se nel finale la difficoltà collettiva a uscire dal guscio è come un freno a mano invisibile pure per la sua verve.
Okoli 6,5: quando la sfera è in volo non lo batte anima viva. Sfiora il raddoppio da palla inattiva, specialità della casa rimastagli in canna.
Guth 6,5: stringe i denti come tutti, fino al tackle pulitissimo sulla palla che salva l’1-0.
Brogni 6: partita da trincea salvo qualche cross, anche da fermo.
Gyabuaa 6: condizionato dal giallo, perché normalmente non tira indietro la gamba. Fatica a ribaltare il fronte su un terreno lentissimo.
Da Riva 8: prestazione mostruosa, da rubapalloni implacabile e libero aggiunto. Errori zero, linee di passaggio costantemente tagliate agli avversari nella sua trequarti difensiva.
Sidibe 6: vedi Gyabuaa, ma senza il fardello dell’ammonizione. Non pochi recuperi, ma non riesce a rifornire le punte né a inserirsi.
Traore 6: pur concedendosi una manciata di folate delle sue, stavolta non trova lo spunto vincente. Il campo di patate e la pioggia gelata fanno aggio sulla qualità.
Piccoli 7: riesce a risolverla cercando il contatto su una palla praticamente morta, in una partita in cui di servizi nisba o quasi. Impressionanti la sicurezza e la voglia di spaccare il mondo con cui si presenta dagli 11 metri per l’insaccata di precisione e potenza.
Cambiaghi 6,5: lampi accecanti quanto saltuari e sacrificio in ripiegamento. Nell’azione del rigore comunque si butta per primo sulla traiettoria.

All. Brambilla 6,5: riesce a vincere anche snaturando, per causa di forza maggiore, l’offensivismo inscritto nel dna del suo organico. Eppure la squadra tiene anche quando è troppo bassa. Il 26 novembre (ore 13) si replica in casa con la Dinamo Zagabria, l’unica a far male ai nerazzurrini in Europa. E ci si gioca il primato.