Genoa – Atalanta 2-0 (0-0)GENOA (3-5-2):
Agostino 7; Gjini 5,5, Dumbravanu 6,5, Piccardo (cap.) 6, Boli 6,5, Eyango 6,5, Sadiku 6 (47′ st Turchet sv), Besaggio 7, Boci 6; Kallon 7, Estrella 6,5. A disp.: Tononi, Dellepiane, Marcandalli, Zaccone, Maglione, Conti, Cenci, Della Pietra, Zielski, Della Pina, Bamba. All.: Luca Chiappino 6,5.
ATALANTA (4-2-3-1): Gelmi 6; G. Renault 5,5, Cittadini 6, Scalvini 6, Ruggeri 6; Gyabuaa 6, Sidibe 5,5; Ghislandi 6 (27′ st De Nipoti 6), Cortinovis (cap.) 6,5, Vorlicky 6; Kobacki 5,5. A disp.: Sassi, Ceresoli, Grassi, Hecko, Berto, Giovane, Zuccon, Scanagatta. All.: Massimo Brambilla 5,5.
Arbitro: Luciani di Roma-1 6 (Cerilli e Pressato di Latina).
RETI: 31′ st Kallon (G), 49′ st Estrella (G).
Note: ammonito Gyabuaa per gioco scorretto. Tiri totali 6-11, nello specchio 4-5, respinti 1-1, parati 2-5. Corner 1-2, recupero 1′ e 4′.
Genova – Dopo la Spal a Zingonia, un’altra. Uno-due di tiri mancini nell’ultimo spicchio, dopo un dominio abbastanza netto salvo sprazzi, ed ecco il secondo ko di fila, il quinto totale, per la Primavera dell’Atalanta. Le punte del Genoa, sul sintetico del “Begato 9” (Bolzaneto), decidono di mostrare i rebbi a lungo tenuti nascosti per inforchettare (raggiungendola in graduatoria) al momento giusto una squadra stanca, senza ricambi e soprattutto priva della spina dorsale Panada-Italeng. Troppo, per un organico senza superstelle, nella terzultima prova di un girone d’andata destinato a chiudersi tra l’Ascoli mercoledì 10 a mezzogiorno e l’Inter cui rendere visita tra un sabato ancora all’una pomeridiana. In classifica, quota 18, sotto le posizioni che contano, con cinque vinte (quattro dopo la ripresa post Covid in una serie positiva di sei) e tre pari a completare un ruolino di marcia discontinuo.
Poverella la cronaca della prima frazione, aperta dalla girata mancina in caduta di Vorlicky (11′) sulla palla rimessa dentro quasi dal fondo da Cortinovis (11′), finita alta, e proseguita con la punizione di Ruggeri (17′) procurata da Ghislandi e staccata dall’incrocio dal reattivo Agostino, prima della conclusione ciccata in mischia da Gyabuaa sugli sviluppi del corner susseguente. I rossoblù hanno praticamente solo i calci da fermo di Besaggio da poter sfruttare: Dumbravanu a metà tempo liscia in estirada la scodellata dalla trequarti sinistra, poi è la barriera a evitare guai alzandone una seconda sopra il montante un poker cronometrico più tardi (fallo di Renault su Kallon).
Sceso fino alle caviglie il brivido freddo del taglio di Estrella su appoggio da destra del compagno di linea alle soglie del recupero, frustrato dall’uscita a guantoni protesi di un Gelmi fin lì disoccupato, l’avvio della ripresa è a spron battuto. Alla cinquina d’orologio Ghislandi stringe bene al centro al culmine dell’azione tambureggiante Gyabuaa-Cortinovis appoggiata da Kobacki e col ceco proiettato allo scavino da fine campo, cadendo però sullo slancio; nemmeno una lancettina e il portiere di casa si oppone sui traccianti bassi appena da fuori di Vorlicky e del prestito tutto-sinistro della prima squadra. Al decimo si risolve in una loffia a favore di guantoni altrui il tentativo del falso nueve polacco, a rimorchio della schema dalla bandierina rifinito dal capitano nerazzurro per l’altra ala, stavolta dal lato corto di destra. Un monologo senza troppe chances e spezzato qua e là da break estemporanei dei Chiappino-boys. Al 18′ c’è il piazzato velleitario (alle stelle) del centralone moldavo nemico da quasi 40 metri, al ventesimo il botta e risposta: sinistro centrale dalla ventina di Kallon, raggiunto dallo scarico della sua mezzala sinistra, quindi l’innesco di Kobacki per la corsetta con botta alta di Vorlicky con lo stesso piede.
La supremazia territoriale non è mai in discussione, il gap tecnico subìto dal Grifone evidente, la mancanza di precisione bergamasca in vetrina. Tutto al 26′, tutto da antipasto della beffa, col boemo a ribaltare il fronte punendo lo strafalcione di Gjini a sostegno dell’attacco e il terminale a perder tempo allargandosi al limite per poi tirare sbilanciato all’indietro. Dalle prove tecniche di svantaggio al medesimo, neppure un minuto, perché se la ripartenza Kallon-Estrella tra Scalvini e Cittadini sbatte sui pugni dell’estremo baluardo di Brusaporto, il corridoietto verso il palo lontano è una buca da biliardo per il primo slalomeggiando dal vertice destro per far fuori mezza difesa ospite. La reazione (36′) sull’asse Ruggeri-De Nipoti è una girata senza angolazione, rientrando sul sinistro, di quest’ultimo sulla seconda palla concessa dal rinvio a campanile di testa di Boci; la fotocopia a stretto giro di posta sfocia in una pretenziosa rovesciata, la punizione crossata del francesino a quattro dal novantesimo nello scarico dell’ex Parma per il destro largo del numero 11. Alle soglie dell’extra time il 9 gira malaccio di tempia l’ultimo traversone utile alla sua sinistra, al gong Eyango sforna la palombella per il raddoppio di Estrella che piega le mani al numero 1 fluo.
Simone Fornoni