Quello del cannoniere stagionale per adesso è un onere diviso dai due fronti. A metà tra un Ebrima Colley da cinquina che in Europa non può giocare, non avendo le due stagioni piene di tesseramento richieste, e la sestina equamente distribuita di un Roberto Piccoli che nella Youth League, al secondo gol col mancino in casa del Manchester City dopo quello iniziale di testa nella doppietta allo Shakhtar a Zingonia, ha contribuito in modo determinante alla scalata al secondo posto in un Group Stage C cominciato a Zagabria col piede sbagliato.
Ma la sorpresa della Primavera dell’Atalanta, ferma in campionato (si riprende dalla settima a Cagliari, il 2 novembre) avendo rinviato la gara casalinga con l’Empoli per la sesta giornata al 4 dicembre, causa Supercoppa Italiana con la Fiorentina lunedì 28 ottobre al Gewiss Stadium (20.30), è un’arma tattica che risponde al nome di Davide Angelo Ghislandi. Un 2001 di Osio Sotto che faceva ancora l’attaccante, allenato da Giovanni Bosi, nell’Under 17 nerazzurra. Prima d’ora, s’era alternato con Federico Bergonzi, in teoria la sua riserva, da esterno basso a destra. Un terzino d’ala con meno copertura del compagno ma molta più spinta. Nel martedì pomeriggio al Mini-Stadium, teatro dell’Academy dei Cityzens, l’esplosione da mezzala sinistra, nel reparto a tre con Jacopo Da Riva davanti alla difesa e Manu Gyabuaa dall’altra parte. Una posizione alla Alessandro Cortinovis, per dire del grande assente.
La soluzione per scardinare il 4-3-3 a specchio di Paul Harsley è stata proprio lui, l’osiense che ha fregato pure il sito della Uefa, pronta a scambiarlo per un pendolino destro da 3-4-3. Così non è stato. Tra inserimenti e recuperi con corse a perdifiato per servire il tridente, apriti cielo: taglio fulmineo sul la dal fondo di Amad Traore per pareggiare il vantaggio di Poveda, borseggio con assist in lungolinea all’ariete di Sorisole per il sorpasso a inizio ripresa. Asse tra bergamaschi a denominazione d’origine controllata, anche se nell’epoca del calcio globalizzato andrebbe protetta. Vedi anche il ragazzo di Brusaporto tra i pali, Ludovico Gelmi, che in campionato deve lasciare il posto a Khadim Ndiaye La ciliegina sulla torta ce l’ha messa l’ivoriano del 2002, uno dall’accelerazione pazzesca.
Più di tutto, a continuare a sorprendere, è la maturità con cui l’Under 19 atalantina del saggio general Brambilla affronta i singoli impegni, migliorando per gradi: nella coppa dei piccoli, dal ko di misura al roboante 3-1 nella tana dei migliori, ora sopravanzati grazie allo scontro diretto a quota 4 coi croati davanti a tutti, il 2-2 da beffa atroce nel recupero cogli ucraini è stata la necessaria fase di passaggio. Una tappa intermedia con Abdulaiev a riportare la truppa coi piedi per terra. Ma se in mezzo ai superassi Traore, Piccoli e Colley spunta anche Ghislandi, allora si vola. 6 palloni nel sacco in Europa più 17 in 5 gare entro i confini nazionali, anzi, dimostrano che il decollo è già cominciato.