Atalanta – Lecce 2-4 (0-1)ATALANTA (4-4-2):
Bertini 5,5; Palestra 6, Del Lungo 5,5, Tavanti 5,5 (26′ st Vavassori 6,5), Regonesi 5; Muhameti 5,5, Riccio 5,5 (26′ st Guerini 5,5), Chiwisa 6 (21′ st Fisic 6,5), Vorlicky 5; De Nipoti (cap.) 5,5 (42′ st Colombo sv), Bevilacqua 5 (1′ st Roaldsoy 6,5). A disp.: Maglieri, Pardel, Bernasconi, Saleh, Ghezzi, Stabile, Tornaghi, Mendicino, Falleni, Cellerino. All.: Marco Fioretto 5.
LECCE (4-3-3): Borbei 6; Munoz 6,5, Pascalau 6, Hasic 6, Dorgu 7; Berisha 7,5 (42′ st Borgo sv), Vulturar (cap.) 6,5, Samek 6,5; Corfitzen 7 (21′ st Daka 6), Burnete 8,5 (42′ st Bruhn sv), Salomaa 7 (39′ st Kljun sv). A disp.: Moccia, Leone, Russo, Mommo, Dos Reis, Minerva, Gueye, Hegland. All.: Federico Coppitelli 7.
Arbitro: Gangi di Enna 6,5 (Linari di Firenze, Pistarelli di Fermo).
RETI: 40′ pt rig. Burnete (L), 5′ st Roaldsoy (A), 9′ st Berisha (L), 32′ st Burnete (L), 33′ st Vavassori (A), 34′ st Burnete (L).
Note: mattinata soleggiata, spettatori 100. Ammonito Coppitelli (all. L.) per proteste e Bruhn per gioco scorretto. Tiri totali 5-11, nello specchio 4-7, parati 2-3, respinti/deviati 1-0, legni 0-1. Corner 5-4, recupero 2′ e 4′.
Zingonia – Neanche il tempo di gioire per la prima vittoria corsara di Bologna e riecco il buio pesto. 17 punti e ben 9 battute d’arresto in 16 turni sono davvero la conferma dell’annata di transizione dalle azioni al ribasso. Una trama che non ti dico, per soprammercato. Pareggiarla per un po’ e perderla comunque, anche per la tripletta del terminale con l’altra maglia. Sotto di rigore, all’Atalanta Primavera sfiorata dall’incubo playout ci vuole un gollasso di Roaldsoy per riacciuffarla col Lecce e una seconda magata di Berisha, lo stesso che s’è procurato la palla inattiva letale, stavolta in diagonale, per tornare giù, accompagnata com’è da due amnesie di troppo. Non basta nemmeno la riapertura delle speranze del piccolo Vavassori, in tuffo a volo d’angelo velato da Fisic, per convertire nel 2-3 il traversone di Palestra. L’Udinese sabato prossimo (14.30) per il giro di boa, il quarto di Coppa Italia martedì 8 febbraio in casa della Fiorentina e l’Empoli da ricevere oltre il giro di boa domenica 12 il calendario prossimo venturo.
L’ingenuità di Regonesi, che rincorre l’avversario su una palla in uscita tra lato corto e vertice destro dell’attacco altrui, costringe i nerazzurrini a rincorrere lo svantaggio firmato Burnete dal dischetto al culmine di una frazione giocata malaccio, a reparti lunghi e disuniti. Riavvolgendo il nastro, porca roba nell’attesa dell’episodio, e tutta di marca salentina. Scuote il montante e la difesa di casa l’ascensore di Pascalau chiamato dalla punizione dall’out di Vulturar dopo 13 minuti di quasi nulla al netto di uno schema da fermo fallito dal mancino puro Corfitzen,
Un tris d’orologio e De Nipoti, raggiunto dall’apertura di Vorlicky da mancina, ottiene solo un angolo in punta di controsterzata. Un primo tempo che definire spezzettato è fargli un complimento, visto che la terza conclusione, strozzatissima, arriva dal capitano salentino ancora da calcio franco (33′) una cinquina dopo un’interruzione chilometrica per un colpo al volto in mischia rimediato da chi di lì a poco si conquista il penalty. Inizia la ripresa e il ragazzo dei giallorossi con la fascia al braccio ne sbaglia un’altra da fuori. Il norvegese fa 1-1 scaricando nell’angoletto la doppia sfera magica Regonesi (cross)-Chiwisa (sponda di testa), ma i binari paralleli durano il palpito di un’illusione. Ci sono, è vero, le telefonate per la presa (alta, la prima) di Bertini, da Samek (7′) dalla lunga imitato da Salomaa, ultimo assistman per la botta nel sette del suo ariete, a sorpasso consumato (12′), e quindi subito lo scavetto di Corfitzen a servire il destro incrociato della sua mezzala destra. I Coppitelli-boys sfrutteranno poi ulteriormente le dormite della retroguardia di casa, vedi tap-in dello scatenato numero 9 sul tiro-cross di Dorgu non trattenuto dal portiere. Dalla Baby Dea, pochissimo: al 36′ la rovesciata centrale dello svedese, al 42′ la chance di De Nipoti sbattuta sulla saracinesca di Borbei in asse col cross del terzino destro smorzato dal compagno di linea.