Gelmi 7:
chiude la strada più volte in avvio, anche a centrali svettanti da palla inattiva come Harwood. Il portiere di coppa è una sicurezza.
Bergonzi 6,5: bel duello con Rogers, vinto solo nella ripresa, ma sempre tenendo la posizione in trincea da soldato fedelissimo alla causa.
Okoli 6,5: soffre nel primo quarto d’ora come l’intero reparto, senza dimenticare però di essere uno dei prospetti più interessanti della sua generazione. Quindi prende a sbarrare il passo e gli spazi agli avversari come gli si confà.
Guth 6,5: vedi sopra, col merito di provarci più volte in impostazione, materia che da brasiliano conosce anche meglio della mera difesa della linea Maginot.
Brogni 6: freno a mano tirato davanti all’elemento indubitabilmente più in auge dei padroni di casa, un Poveda scatenato che nel prosieguo non fa più male solo perché con la lingua in gola dalle corse.
Gyabuaa 7: come sempre attentissimo nelle due fasi, compie il proprio dovere nella metà campo altrui nella prima metà risultando la solita roccia nella propria quando il ritmo della contesa sale. Ma è anche bravo a tenere i ritmi sotto la soglia d’allarme.
Da Riva 7: ormai da libero aggiunto davanti alla difesa è un’istituzione. L’intuizione di Brambilla gli cambierà la carriera in meglio. Da 2000 gioca come fuoriquota ma, pur essendo tatticamente d’un altro pianeta, tiene i piedi per terra. Infatti gli serve farsi saltare sul vantaggio del Manchester City per rendere al meglio e non commettere più un errore nemmeno sotto pressione.
Ghislandi 8,5: la sorpresa, la chiave tattica, il grimaldello per far saltare i piani e la porta altrui. O in proprio oppure, vedi 2-1 del centrattacco, per interposta persona. Da terzino destro era un leone in gabbia, avendo le stimmate dell’attaccante? Pronti: sacrificio in mezzo, da mezzala sinistra, inserimenti e recuperi con tante corse all’indietro. Prestazione sublime di un bergamasco verace, le pacche sulle spalle non vanno risparmiate.
Traore 7,5: anche lui assist e gol, anche se si mette meno in mostra del migliore del pomeriggio all’Academy Stadium dei Citizens. Genio della lampada che va strofinato perché s’accenda, ma quando i compagni lo fanno nessun avversario è in grado di fermarlo.
Piccoli 7: lavora con la costanza di un big spalle alla porta, duella con Harwood che talora usa le brusche, gioca sul filo del fuorigioco e si sforza di rimanere nel vivo del gioco. In un match da recupero e ripartenze secche, lui non fa la primadonna e raccoglie i frutti di una scienza calcistica piuttosto affinata. Quando poi vede il rettangolone, non risparmia ferocia e potenza nel bucarlo.
Cambiaghi 7: capitano coraggioso, si lancia all’assalto ma lo fa con cognizione di causa e con parsimonia, sapendo di non poter lasciare ettari d’erba scoperti. Sfiora il successo personale, ma lavorando così tanto e così a lungo non si può sempre inquadrare il mirino.
All. Brambilla 7,5: forse il segreto di questa Primavera dell’Atalanta è lui. O forse, piuttosto, l’alchimia tra leader della panchina e gruppo, tra gruppo e singoli, tra idee e applicazione pratica sul campo. Fatto sta che Davide Angelo Ghislandi da Osio Sotto, in una posizione alla Alessandro Cortinovis, poteva vederlo e saperlo decisivo solo lui. Grande stratega e persona rispettata da tutti.
S.F.