San Giovanni 10:

c’è una squadra nel calcio dilettanti che pare l’Atalanta del Gasp, è una formazione che all’inizio dell’anno sembrava una piccola, col tempo è diventata una grande, in grado di spaventare tutte le big, pappandosele in un boccone. Bene, stiamo parlando del San Giovanni Bianco di mister Daniele Zenoni, l’allenatore che con il vice Andrea Pianetti, ex professionista, ha costruito una meravigliosa creatura, anche per la grande umiltà che il tecnico dimostra ogni volta che lo intervistiamo. “Va detto – ha spiegato domenica – che la Falco non avrebbe meritato la sconfitta” eppure i suoi ragazzi hanno battuto i nerazzurri, la vicecapolista, dopo avere strapazzato sette giorni prima la dominatrice del girone, il Longuelo ormai prossimo al salto in Promozione. Momento magico per un gruppo che l’anno scorso era in Seconda ed ora è tra le quattro che a maggio si giocheranno il grande salto in avanti. Merito dei dirigenti brembani, gente che fa calcio divertendosi e senza mettere pressioni ai ragazzi, i protagonisti assoluti di questa favola, mix straordinariamente riuscito di architetti e operai. Partiamo ad elencarli: in porta c’è Gritti, uno che ogni maledetta domenica fa parate da campione, difesa granitica grazie a un quartetto che non ne sbaglia una, Shaban e Gherardi ai lati, Ambrosioni e Medaghri al centro che paiono Bonucci e Chiellini quando giocavano insieme alla Juve. Avanti col centrocampo, splendido splendente sia per la quantità che butta nella mischia che per la qualità. C’è Galizzi, il mastinaccio old style che annulla quello che con la maglia avversaria ha il ruolo d’inventare, ci sono Carissoni e Magoni, che lottano, dando però del tu al pallone. Piacciono, tantissimo, a noi giornalisti sportivi gli uomini che stanno là davanti, Giordano e Delle Fave, bomberoni in stato di grazia, Manzoni che li ispira, le alternative di qualità che entrano a partita in corsa, Bacuzzi e Avogadro. Insomma in Valle Brembana c’è davvero tutto per sognare un doppio salto di categoria bellissimo perché impossibile da immaginare, proprio come le favole, quelle che ci fanno ancora innamorare di questo pazzo pazzo mondo che è quello del pallone.
Matteo Bonfanti