L’edizione numero 22 della popolare Granfondo in programma il prossimo 6 maggio e intitolata “Remembering the Vuelta” si è presentata a Bergamo: grande spiegamento di forze per una corsa sempre più sicura.
I colori della Spagna hanno riempito la presentazione della Granfondo Internazionale Felice Gimondi Bianchi numero 22, nella sede del Credito Bergamasco, in attesa della fatidica data del prossimo 6 maggio 2018 a Bergamo. “Remembering the Vuelta” è il tema scelto dagli organizzatori di GM Sport, a celebrare l’impresa compiuta nel 1968 da Gimondi, che conquistò la maglia di leader giungendo secondo nella 14esima tappa, la Santander-Vitoria e la portò sulle spalle fino a Bilbao. “La ricorrenza è importante di per sé – ha spiegato l’organizzatore Giuseppe Manenti – visto che sono passati cinquant’anni. Ma a parte la circostanza, è la dimensione dell’impresa che merita questa celebrazione”.
Dedicare l’edizione 22 della Granfondo Gimondi Bianchi alla vittoria di Felice alla Vuelta a España, esattamente 50 anni dopo, è un atto dovuto alla leggenda di un campione inimitabile ed anche alla storia del ciclismo. In effetti, lo strepitoso palmares di Gimondi potrebbe far impallidire anche il successo in una delle grandi corse a tappe, quella iberica appunto, se non fosse per due importanti particolari.
Il primo: aggiudicandosi la Vuelta, Gimondi entrò nell’esclusivo club della triplice corona, ovvero dei pochi vincitori in carriera di tutti e tre i grandi giri, inaugurato da Jacques Anquetil ed esaurito (per ora) da Vincenzo Nibali. Il secondo, è che l’asso bergamasco sia riuscito a completare questo “grande slam” in età ancora giovanissima, 25 anni e mezzo, impresa che neanche l’immenso Merckx portò a compimento così rapidamente. Ci sarebbero riusciti invece, molto tempo dopo, Bernard Hinault e Alberto Contador, entrambi alla stessa età di Felice: ma era già un altro ciclismo.