Un poker di innesti apre ufficialmente la calda estate degli Amici Mozzo. Archiviata una stagione densa di emozioni, risultata in linea con le aspettative, dall’alto di uno stabile posizionamento nella parte sinistra della graduatoria, si punta ora al fatidico rialzo dell’asticella. E con un potenziale già importante, non c’è nulla di meglio che rinnovare, inserendo in organico quattro nomi dall’indubbia affidabilità. Le novità più importante rimandano, per il momento, al reparto arretrato, con l’approdo, da Gorle, di Roberto Sana e Simone Maffeis. Spiccano, in particolare, la separazione di Sana dal suo indiscusso mentore, mister Giambattista Ferraris, e la chiusura di un idillio che perdurava dagli anni di Loreto. Sana, centrale di difesa oltre che specialista dei calci piazzati, salpa per nuovi lidi, accettando la corte degli Amici Mozzo, che ne individuano un ruolo di primissimo piano, in termini di esperienza e confidenza con il palcoscenico. Assieme al centrale classe ’94, a percorrere lo stesso tragitto c’è Maffeis, classe ’99, una vita calcistica a Gorle dopo gli anni della crescita nel vivaio del Brusaporto. Elemento duttile e di gran corsa, potrà giostrare sia sulla corsia di destra che per vie centrali, proseguendo in una crescita che, suffragata dalle prestazioni dell’ultimo periodo, necessita solo dell’acuto decisivo. Si passa allora al reparto di centrocampo, dove si insediano altri due elementi dal comprovato pedigree. Sale in cabina di regia, in sostituzione di Simone Erba, passato in Promozione all’Almè, Pietro Drago, classe 2000, che ha chiuso un lungo e fortunato capitolo, quale quello rappresentato dai quattro anni di Eccellenza alla Vertovese. Piedi educati e una finissima visione di gioco sono i valori aggiunti per un giocatore, cresciuto in una realtà di grido come il Ponte San Pietro, che si appresta a diventare uno dei punti di riferimento dello scacchiere Orange. Una carriera bruciante, snodatasi a una velocità così impressionante da favorire l’esordio tra i grandi ancora in minore età, è il tratto conduttore che porta al quarto innesto: Steven Gotti, classe ’99, riconducibile al lavoro di valorizzazione storicamente svolto dal Lemine. Per Gotti, mezz’ala in grado di abbinare qualità e quantità, si intravede la via del riscatto e di un ritorno a più marcati consensi, dopo i tanti infortuni raccontati dalla parentesi, sempre in Prima categoria, di Mozzo. Manca, a questo punto, la ciliegina, che, come riconosce il diesse degli Amici Mozzo, Andrea Pelizzoli, potrebbe risultare l’elemento in grado di spostare gli equilibri: “Non ci nascondiamo, il prossimo anno vogliamo essere protagonisti. Crediamo di aver gettato negli anni una base importante, ma probabilmente ora arriva il lavoro più difficile, perché quando ci sono da sostituire elementi come Simone Erba e Luca Sana, che in tempi recenti hanno saputo lasciare la loro impronta nel racconto della nostra storia, balla anche una questione umana, oltre che tecnica. Li ringraziamo, così come ringraziamo coloro che hanno fatto parte di questo percorso di crescita, augurando il meglio per il proseguo della carriera. Arriverà almeno un attaccante, ma è chiaro che il profilo che monitoriamo è quello di giocatori pronti a sposare una filosofia, oltre che un progetto. Chi arriva deve sapere che potrà essere protagonista. Ma lo sarà, se saprà anteporre la logica del noi; la logica del gruppo che, a questo punto del progetto, prova a giocarsi qualcosa di davvero speciale”.
N.S.