28a (9aR) serie A – Torino, Allianz Stadium – domenica 9 marzo (ore 20.45)
Juventus – Atalanta 0-4 (0-1)
JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio 7; Weah 6 (9′ st Alberto Costa 6), Gatti 6 (9′ st Kalulu 5,5), Kelly 5,5, Cambiaso 6; K. Thuram 6, Locatelli (cap.) 6; Yildiz 4 (1′ st Koopmeiners 5), McKennie 6, Nico Gonzalez 5,5 (8′ st Mbangula 6,5); Kolo Muani 5,5 (30′ st D. Vlahovic 5,5). A disp.: 1 Perin, 23 Pinsoglio; 12 Veiga. All.: Thiago Motta 5.
ATALANTA (3-4-3): Carnesecchi 7; Djimsiti 7,5, Hien 7, Kolasinac 7,5 (39′ st Toloi sv); Bellanova 7, Ederson 8 (35′ st Pasalic sv), De Roon (cap.) 9, Zappacosta 8,5; Cuadrado 7,5 (1′ st Brescianini 7), Retegui 7,5 (16′ st De Ketelaere 7), Lookman 8 (35′ st Samardzic sv). A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi, 22 Ruggeri, 27 Palestra, 6 Sulemana, 70 Maldini, 48 V. Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini 9.
Arbitro: Sozza di Seregno 7 (Bindoni di Venezia, Tegoni di Milano; IV Maresca di Napoli. V.A.R. Di Paolo di Avezzano, A.V.A.R. Aureliano di Bologna).
RETI: 29′ pt rig. Retegui (A), 1′ st De Roon (A), 21′ st Zappacosta (A), 32′ st Lookman (A).
Note: serata uggiosa, spettatori 40.266 di cui 403 atalantini nel settore ospiti. Ammoniti Hien e Yildiz per gioco scorretto. Tiri totali 10-20, nello specchio 2-9, parati 2-5, respinti/deviati 4-6, legni 0-1. Var: 2. Corner 2-5, recupero 2′ e 2′.

Torino – Il vantaggio di Retegui è di rigore, la strada verso l’impossibile e i sogni la spiana De Roon in avvio di secondo tempo. Nel dominio trionfale dell’Atalanta in casa della Juventus, per blindare il terzo posto continuando a mantenersi a contatto del duo di testa (61, 60 e 58) a dieci dal gong, ci mancavano solo l’assist di tacco dello scavigliato Kolasinac dal fondo per il tris di Zappacosta e il poker di Lookman. Sotto coi ferri e con l’Inter capolista nello scontro diretto del 16 marzo in una nottata bergamasca che si preannuncia magica.

Primo scossone al 4′ col contropiede condotto da Ederson per Lookman, che opta per il sinistro, murato in angolo da Kephren Thuram. A orologio raddoppiato, ecco la risposta proprio del fratello d’arte che davanti alla lunetta non chiude l’azione da lui stesso avviata calciando alto dopo aver ricevuto lo scarico di Kolo Muani sulla verticalizzazione di McKennie. Un minuto e qualcosa, Kolasinac innesca il nigeriano che appoggia all’indietro per il destro strozzato dell’accentrato Zappacosta. I bianconeri portano avanti anche i difensori e Kelly spara in curva dalla distanza al decimo. Non c’è respiro o quasi: intorno al 14′ Ederson svetta da angolo dell’ex Cuadrado e Gatti di mezza spalla rimpalla ancora oltre il fondo; sulla battuta-bis dalla bandierina prolungata dal gioco delle torri Kolasinac-Thuram c’è il rientrante Hien che rovescia di stinco oltre la traversa. Verso il ventesimo la Juve rompe gli indugi e a momenti arriva in porta con tre tocchi di Locatelli, del centravanti e di McKennie che evita la diagonale di Djimsiti fino a innescare Weah, chiuso in angolo dal rinculante Zappacosta. Al 21′ riecco ‘Mola che controlla di testa con scarto per il destro centrale sfiorato dal mediano francese, in coda alla ripartenza dettata da Retegui per la corsa di Cuadrado e la sovrapposizione crossata di Bellanova, mentre di là il gioco tra Nico Gonzalez e il terzino destro di casa a Kolasinac scavalcato viene stoppato ancora dal laterale sinistro di Sora, difensivamente più efficace del terzetto dei compagni.

La svolta è lo schema di De Roon conquistato dal colombiano (fallo di Cambiaso) al 27′ con sfera rimessa dentro dal brasiliano per lo stacco di Djimsiti stoppato a braccio sinistro alto e largo dal texano: breve check anche su un eventuale contatto proibito di Lookman, l’oriundo calcia alla sua sinistra molto angolato e Di Gregorio non ci arriva. Al 39′, mentre la squadra di Motta tenta di raccapezzarsi, De Roon intercetta uno sciagurato disimpegno di Yildiz provandoci con un po’ di sano egoismo da meno di venticinque metri: a lato, c’era il terminale quasi solo più avanti. Nel finale di tempo, poker di occasioni atalantine ma due a zero in canna: prima il recupero sul pessimo turco e la fuga di Lookman conclusa sul palo alto alla sinistra del baluardo altrui complice la deviazione di Gatti, quindi la parata di corpo sul tentativo successivo figlio dello scarico dal fondo di Ederson e del rimpallo tra Zappacosta e Gatti. Di Zappacosta, dall’ultimo tiro dalla bandierina del primo tempo, anche l’ultima chance – salvo una zampata da fuori dell’olandese – al secondo di recupero col portiere ex Renate e Monza a superarsi in mischia anche per un rimbalzo del pallone.

Al rientro dal tunnel, con Brescianini al posto di Cuadrado per problemi al flessore destro, il bis del capitano-frangiflutti è una meraviglia in tre atti, dal recupero sull’allungo di Kelly che stoppa Retegui sul primo tentativo, fino al sinistro all’incrocio, a ruota della palla dentro di Ederson per il sinistro di Ademola respinto dall’ostacolo finale. Chi ha causato il rigore la tenta (4′) davanti all’intersezione sinistra della lunetta con l’area mancando il bersaglio di due metri; ancora il numero 11 bergamasco, su imbucata da sinistra, semina il panico salvo farsi chiudere nel sandwich Weah-Di Gregorio. Scollinato il ventesimo, l’apoteosi: si vira a sinistra, ZappaGol scambia due volte col bosniaco che s’inventa la magia per aprirgli il piattone dall’area piccola nell’angolino opposto. Al settantesimo Kelly mura Brescianini. Al settantesettesimo, il neo entrato Vlahovic (Dusan) scivola e serve la corsona del sigillatore cui il centrale sinistro altrui devia l’attrezzo nel sacco. Quattro minutini e l’apertura di un fra’ Martino dominus della situazione proietta De Ketelaere all’ammollo per il terzo tempo mancato di Kolasinac. A una manita dal novantesimo, su una palla persa e vagante, la prima parata di Carnesecchi sul serbo dietro rimorchio-scarico di Mbangula imbeccato da McKennie, che sulla ribattuta trova il fianco quasi braccio di Toloi. Altro salvataggio, stavolta da miracolo, per togliere dalla porta la schiacciata dell’americano chiamata ancora dall’aletta dal lato corto di sinistra. CDK prova con una specie di scavino sul suggerimento di Pasalic per la presa plastica del guantato che nel primo tempo aveva tenuto in piedi una Vecchia Signora con qualche ruga di troppo.
Simone Fornoni