AlbinoLeffe – Pro Piacenza 0-1 (0-1)ALBINOLEFFE (4-3-3):
Amadori 6; Muchetti 6,5, Vinetot 6,5, Magli 6, Ferretti 6; Legras 6, Dalla Bona 6,5, Perini 6; Danti 6 (30′ st Ravasio 6), Pesenti 6, Soncin (k) 6 (39′ st Girardi 6). A disp.: S. Cortinovis, Checcucci, Gianola, Paris, M. Cortinovis, Mureno, Nichetti, Calì, Kanis, Bentley. All.: Facciolo 6.
PRO PIACENZA (4-3-1-2): Fumagalli 6; Cardin 6,5, Sall 6,5, Bini (k) 6, Calandra 6; Schiavini 7 (43′ st Piana sv), Carrus 6,5 (47′ st Martinez sv), Aspas 6; Alessandro 6; Barba 6 (36′ st Gomis sv), Rantier 6. A disp.: Bertozzi, Messeri, Orlando, Annarumma. All.: Viali 6.
Arbitro: Paolini di Ascoli Piceno 5,5 (Bernabei-Granci, IV Massimi).
RETE: 46′ pt Schiavini (P).
Note: tardo pomeriggio soleggiato, spettatori paganti 440 per un incasso di 4.541 euro. Ammoniti Bini, Muchetti, Alessandro, Legras, Pesenti (proteste), Cardin (comportamento non regolamentare), Girardi (c.n.r.) e Gomis. Corner 6-3, recupero 2′ e 5′.
Bergamo – Nemmeno giochicchiando benino per almeno un tempo l’AlbinoLeffe è riuscito a raddrizzare una stagione più storta che mai. Un caso da moviola basta e avanza al Pro Piacenza (39 punti a 20 il responso impietoso del campionato) per vincere gara 1 dei playout ed assicurarsi una fetta della torta della salvezza: al ritorno, sabato 28 al “Garilli” (sempre alle 17.30), i seriani saranno costretti a prevalere con almeno due gol di scarto per non dover sperare nel secondo ripescaggio di fila. Per Facciolo, sesto ko in otto match senza bottini pieni.
In avvio, subito un paio di sussulti: la legnata dalla lunga di Ferretti (1′) alzata in corner da Fumagalli e la mischia che vede Soncin abbattersi al suolo dopo un contrasto fortuito con Cardin. Il Cobra accusa un po’ il colpo e allora a tentare di mordere è Pesenti, lanciato da Dalla Bona: dal fallo di Bini scaturisce il piazzato dello stesso play basso che si spegne di poco a lato. È già il sesto e per i bergamaschi le chances di passare sono addirittura due, in controtendenza rispetto a una regular season asfittica (23 gol in 34 partite, solo la derelitta Pro Patria ha fatto peggio, con 15). Dopo la manovra avvolgente conclusa con da Muchetti al decimo fra le braccia del portiere ospite, l’undici dell’ex atalantino Viali sale di baricentro ma quasi mai di tono. Piccolo giallo al 21′, quando Sall intercetta col braccio il cabezazo di Magli sul tiro dalla bandierina di Dalla Bona, ma la distanza minima induce Paolini a sorvolare. Botta e risposta tra 23′ e 25′ col diagonale fiacco in corsa del Peso e la stoccata di Carrus verso il sette che Amadori smanaccia a palmo aperto. Privi di Speziale, di Ruffini e dell’ex di turno Maietti (sotto squalifica), gli emiliani trovano varchi solo sugli sfondoni altrui, come al 33′: Dalla Bona cicca il rinvio e il rimpallo in scivolata su Legras innesca il mancino dal limite di Rantier, protagonista con Barba del poker dal sapore zingoniano nel precedente di campionato del 4 aprile (doppietta a testa), deviato in fallo di fondo dal tuffo dell’estremo bergamasco.
Prima del patatrac c’è tempo per l’innocuo radente sinistro dell’accentrato Danti (41′) e per una girata di Rantier fuori bersaglio (43′) sugli sviluppi di un rinvio corto di Perini. Quindi la contestatissima zampata di Schiavini, che approfitta del piazzato dalla destra di Alessandro (fallo di Ferretti su Cardin) e del ping pong Dalla Bona-Vinetot-Sall col centrale ospite a toccarla da terra con la mano sinistra verso il compagno. Il tiro in caduta dell’interno piacentino complica maledettamente le cose alla vice Cenerentola del girone A di Lega Pro. Nella ripresa la combinazione Legras-Pesenti-Soncin (11′) partita dall’out destro non trova anima viva disposta a provare a inquadrare lo specchio. Situazione che si ripete al ventesimo sull’uscita a viole del numero uno nemico per allontanare dall’area piccola la punizione di Dalla Bona dalla trequarti sinistra. Serpeggia un certo nervosismo (giallo per proteste a Pesenti, che al rientro nel tunnel se l’era presa con l’autore del vantaggio) e si perdono minuti perfino per il polpaccio dolente dell’assistente Bernabei (29′), mentre Facciolo getta nella mischia Ravasio per Danti sperando nella fresca verve del ’98 del vivaio. Al 33′ l’assist dell’imberbe biondino viene sprecato dal centravanti con un destro ai lampioni, ma il gioco spezzettatissimo è a tutto pro di chi deve limitarsi a gestire: ecco l’ingresso di Girardi, che si guadagna un angolo facendosi murare sul dai e vai con Pesenti (40′), a sua volta impegnato in un’improbabile svettata sul morbido servizio di Perini (41′). Nel finale succede di tutto: traversa piena di Magli nella propria porta in anticipo su Rantier (47′) dopo il conato di Martinez non trattenuto da Amadori e tentativo di Pesenti sulla rimessa laterale di Ferretti (49′) respinto di pugno da Fumagalli. Ora serve il miracolo, o gli attributi, o tutti e tre gli amuleti.
Simone Fornoni