Quando si parla di società con grandi prospettive non si può che parlare del Bergamo Longuelo: ecco quindi un’intervista inedita al Ds Simone Ghilardi, a mister Albergoni e a mister Santoro della Juniores che milita nel campionato regionale A.
Partiamo dal ds Ghilardi. Ti manca il calcio in questo periodo di pandemia? «Mi manca molto tutto, le mie squadre, il mio staff e tutta la società in generale e la vita di campo». Parlaci un po’ della tua carriera «Ho iniziato a Pontida come mister dei pulcini e della scuola calcio, per poi divenire ds e responsabile del settore giovanile. Dopo di questo sono passato al Caprino, con il mio amico Austoni e negli ultimi 3 anni sono passato al Longuelo. In undici anni a Caprino ho avuto modo di vincere undici campionati provinciali e tre trofei dell’Oglio».Hai qualche pupillo o qualche persona che reputi importante per una società?«Penso che la cosa più bella sia che tutti i ragazzi che ho avuto in questi anni, quando mi vedono mi salutano con molto affetto, sempre ricordando i bei tempi passati insieme e questo penso sia sintomo che abbia lavorato bene e che nessuno si sia trovato male nella mia gestione. Molti ragazzi con me hanno esordito in serie D e stanno ancora dando un grosso contributo alle loro cause».Veniamo al Bergamo Longuelo, da fuori tutti dicono che sia una società in netta crescita, quale è il segreto di tutto ciò? «Il segreto è la società, ha un grande presidente che ci tiene molto a far star bene i suoi ragazzi, un grandissimo staff con cui mi trovo benissimo e ho un confronto costante. Rappresentiamo a livello non professionistico, la miglior squadra di Bergamo dopo l’Atalanta». Si sente di dare qualche consiglio a qualche giovane che vuole intraprendere la carriera di Ds? «Dico che non deve avere la presunzione di sapere tutto perché nel calcio giorno dopo giorno si impara sempre qualcosa che ti aiuta a crescere e diventare migliore». Veniamo ad un altro punto importante, ci può dire qualcosa della questione del campo?«Il comune di Bergamo aveva stanziato dei fondi per la ristrutturazione, visto che abbiamo 14 squadre. A causa del virus tutto si è fermato, quindi di novità importanti non ce ne sono, speriamo a breve di proseguire il discorso fatto». Il Bergamo Longuelo può contare su di una formazione juniores importante, guidata tra l’altro da un ottimo mister. Quanto è importante il suo apporto alla prima squadra?«Grazie alla mano sapiente di Giuseppe Santoro e Attilio Spelgatti, è grande l’apporto che negli ultimi anni la nostra juniores sta dando prima squadra, sul fronte tecnico tattico. Questo ci permette ogni anno di far esordire molti ragazzi della nostra Juniores per disputare il campionato di promozione».
Ora veniamo al grande condottiero della prima squadra, mister Albergoni. Hai un filosofia di gioco tua? Un modo di far giocare le squadre che senti tuo?«Non mi piacciono i termini “teoria e filosofia“ legati al calcio, siamo ormai circondati in ogni ambito da teorici e filosofi. Il calcio che mi piace è quello sul campo vissuto con il mio staff e la squadra, al resto bado poco. Credo molto nel lavoro di gruppo. Ogni componente societario e dello staff deve sentirsi parte integrante di un meccanismo funzionante che progredisce; ognuno con le proprie responsabilità e le proprie competenze. Se ci sono questi presupposti lo spogliatoio ne trae subito beneficio e ti segue a ruota.Parlare di moduli nel calcio moderno per come la vedo io è molto riduttivo. Preferisco parlare di situazioni di campo ed allenare i miei giocatori a trovare il più velocemente possibile la soluzione migliore. sopratutto in fase di non possesso palla. La partita invece… è una storia a sé; non farsi coinvolgere dall’emotività del momento per me è quasi impossibile, ma fortunatamente ho sempre al mio fianco il mio braccio destro Rinaldi che riesce a darmi l’equilibrio che a volte perdo e a sbrogliare certe situazioni difficili da interpretare in determinati frangenti di gara».Da fuori si dice che mister Albergoni sia rigido, cosa si sente di dire su ciò?«Il mio obbiettivo è quello di essere credibile e autorevole, ma non mi ritengo rigido. Credo nelle regole di gruppo/spogliatoio e ritengo fondamentale che i ragazzi capiscano quando è il momento di essere sul pezzo e lavorare duro e quando si può staccare la spina».Le manca il calcio in questo periodo?«In questo periodo di clausura mi son rivisto tutti i mondiali passati e un po’ il calcio di allora mi manca. Il calcio di oggi per me rispecchia un po’ la società di oggi, tanta apparenza e poca sostanza. Mi mancano quelle divise approssimative e quei look imbarazzanti. Mi mancano i giocatori bandiera, mi manca il calcio legato alla passione mentre oggi è tutto interesse economico».
Infine chiudiamo con mister Giuseppe Santoro, ormai da qualche anno alla guida della juniores regionale A del Longuelo. Da quanto tempo fai il mister? Hai avuto anche qualche esperienza con altre squadre?«Nel ‘91 ho avuto un grave infortunio calcistico e ho dovuto concludere la ia carriera. Nel ‘92 ho fatto il corso per allenare le giovanili. Ho iniziato all’Excelsior, poi alla Fiorente Colognola, Villa d’Almè, Trealbe, Roncola di Treviolo, Aurora Seriate, la Juniores dell’Aurora Seriate e quindi sono approdato al Longuelo». Le manca il calcio in questo periodo di pandemia?«Mi manca molto, sopratutto perché quando sono sul campo, sono me stesso». Hai una filosofia di gioco che senti tua? Qualche modulo?«Non ho un modulo che sento mio, però cerco sempre di esaltare i giocatori che ho nel ruolo che gli compete. La mia filosofia è invece che se costruisci bene dal basso, puoi giocare bene». Raccontaci qualcosa della tua vittoria del campionato con la Juniores«È stata una cavalcata pazzesca, devo ringraziare l’entusiasmo, la fiducia, il senso cooperativo dei ragazzi: grazie a loro abbiamo ottenuto un risultato insperato».Cosa si sente di consigliare ad un giovane allenatore che vuole intraprendere la carriera da mister?«Di trasmettere la passione ai ragazzi».Come ti trovi nel Bergamo Longuelo?«Il Bergamo Longuelo è una società in continua crescita, i miglioramenti secondo me ci sono stati anno dopo anno e qui c’è tutto per non invidiare nulla a nessuno». Obiettivi stagionali? «Visto che alleno sia l’under 19 che l’under 17, per entrambi è mantenere la categoria».
Mattia Locatelli