Le plusvalenze gonfiate continuano a interessare tutti, a cominciare dalla giustizia ordinaria. Fin qui i perquisiti e gli indagati, vedi lo sterminato fronte Juventus (Romero, Muratore e Demiral), sono sempre e solo gli altri. Ma l’Atalanta risulterebbe seppur indirettamente coinvolta anche dall’azione combinata della Procura di Roma e della Guardia di Finanzia, che mercoledì s’è presentata a Trigoria nella sede dell’Associazione Sportiva Roma sequestrando carte relative, tra le altre, al passaggio in nerazzurro di Marco Tumminello nell’estate del 2018 per 5 milioni di euro e il percorso inverso nella stessa sessione di Bryan Cristante (prestito oneroso a 5, obbligo di riscatto a 15 e 10 di bonus).
Insieme agli attuali presidente e vicepresidente Dan e Ryan Friedkin, sondo indagati l’ex presidente James Pallotta, in carica durante gli affari summenzionati, oltre agli ex amministratori delegati Umberto Gandini e Guido Fienga più l’ex vice presidente esecutivo ed ex direttore esecutivo Mauro Baldissoni. L’accusa riguarda l’esposizione di “fatti materiali non rispondenti al vero” e l’omissione di “fatti rilevanti al fine di conseguire ingiusto profitto” attraverso operazioni di calciomercato con “importi notevolmente maggiorati o comunque non rispondenti al valore di mercato”. Plusvalenze fittizie, insomma.
Per la gestione Friedkin, nel mirino le operazioni Cetin, Cancellieri, Diaby e Kumbulla, contabilizzate nell’attuale gestione. Accusata, inv3ce, relativamente a Marchizza, Frattesi, Tumminello (3 presenze bergamasche e prestiti a Lecce, Pescara, Spal e Reggina prima della cessione al Crotone, da cui è a titolo temporaneo al Gelbison in C) e Luca Pellegrini in uscita oltre Defrel, Spinazzola e Cristante (59 e 15 reti in un anno e mezzo con Gasperini) in entrata.