di Fabrizio Carcano
“Sto rivedendo in Barrow la grinta di un anno fa”.
Giovedì sera, conversando con i giornalisti a bordo campo, sotto il frastuono dei cori degli ultras assiepati in Curva Sud Morosini per il festoso saluto alla squadra, Antonio Percassi ha rivolto un elogio a Musa Barrow.
Talento discontinuo e ancora acerbo, il baby gambiano dopo le luci della primavera/estate 2018, con tre gol a raffica in A, decisivi nel riconquistare un posto in Europa, e l’exploit iniziale nei preliminari con la tripletta a Sarajevo, è stato risucchiato, dalla maledetta notte di Copenaghen, in un buco nero di prestazioni scialbe da 5 in pagelle, con errori sotto porta, zero grinta e incertezze tattiche sempre più evidenti.
Fino alla rete contro il Genoa alla terzultima, un lampo a squarciare il buio di una stagione da dimenticare, che ha rilanciato il ragazzo del 1998 (festeggerà 21 anni solo a novembre), che sembrava certo di partire e invece se la sta giocando ancora in maglia nerazzurra.
Le amichevoli inglesi saranno decisive per il suo futuro, insieme agli incroci di mercato.
Gasperini non sembra convinto dell’attaccante gambiano, ma Percassi ha confermato che verso l’ex bomber della Primavera c’è fiducia.
Chiaro, Barrow nelle gerarchie gasperiniane partirebbe da sesta punta, rischiando di giocare pochissimo, mentre un prestito a Udine, Lecce o Parma potrebbe rilanciarlo.
Anche come quotazioni di mercato.
Un anno fa Juventus e Inter offrivano 12 milioni per averlo, adesso ne vale un terzo, ma Barrow non ha ancora 21 anni e il futuro è dalla sua.
E partire senza aspettative, da sesto e non da quarto attaccante, potrebbe togliergli pressione rimettendogli le ali.