“Tifo Juve e il mio giocatore preferito è Cristiano Ronaldo”.

La carezza al ragazzino da convertire è di Khadim Ndiaye, portierone della Primavera, uno dei quindici eroi scudettati della delegazione in visita alla Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Lui, uno dei piccoli ricoverati, il suo regalo più grande l’ha fatto, a squadra e società dell’Atalanta: sfondo nerazzurro, un pipistrello che vola, un ‘Forza Atalanta’ enorme come il suo cuore di piccolo calciatore. “Ai 500 euro, importo base chiesto dalla Uefa a ogni club per la partecipazione a iniziative benefiche, ci aggiungiamo un 20 mila davanti e non un 10 perché siamo in Champions – scherza Antonio Percassi, intervenuto all’evento a favore dell’Associazione Amici della Pediatria onlus -. È sempre emozionante visitare questi bambini. La squadra forte da imitare siete voi che vi occupate della loro salute: la struttura ospedaliera e l’associazione che rende loro la vita migliore”. Maria Beatrice Stasi, direttore generale del Papa Giovanni, accoglie la grande famiglia di Zingonia: “Sono stata iniziata al rito atalantino nella semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina. Il rapporto ormai è consolidato, abbiamo già programmato la visita di Natale. Ai piccoli ricoverati voi portate la fiducia perché siete dei modelli di bravura, serietà e dedizione”. Parola alla presidente della onlus destinataria del mega assegno, Milena Lazzaroni: “Per i bambini l’Atalanta è un’emozione e una gioia, il presidente Percassi fa parte della nostra famiglia. Il volontariato è un modo per migliorare la qualità della vita dei ricoverati e delle loro famiglie. Il club ci dà da sempre una grossa mano, è un rapporto destinato a durare”. Lorenzo D’Antiga, direttore di Pediatria 1, scomoda il paragone sportivoeggiante: “L’ospedale è una squadra di calcio che sta insieme e vuole essere la più forte, ma ha anche bisogno di aiuto e di sostegno. Nel legame con la onlus e l’Atalanta si coagula la generosità di un intero territorio: i giovani calciatori sanno che aiutare gli altri fa bene allo spirito”. Chiosa del medesimo tenore da Maurizio Costanzi, responsabile del settore giovanile atalantino: “La sensibilità è lo stimolo che deve essere dentro i nostri giocatori, chiamati a fare tesoro della lezione di chi si occupa delle vite degli altri. Le dinamiche dello sport e quelle di una struttura di cura sono identiche: lavoro in team e missione da compiere. Qui la nostra è trasmettere forza ed entusiasmo”. S.F.