L’Atalanta vola, Lotito piange, la Juve gode. Che goduria per il popolo nerazzurro. Un altro successo che amplifica il valore dell’Atalanta. Una partita straordinaria che è stata il frutto copioso di una prestazione composita nelle sue varie parti: mezzora da incubo con la Lazio superiore in tutto e con azioni da gol, una dietro l’altra, poi la rinascita, lenta ma convinta fino al successo finale. Una rimonta esplosiva. Per vincere queste partite bisogna soffrire, sapendo che contro la Lazio non era d’uopo commettere errori. Invece i nerazzurri ci sono cascati ma non sono andati a fondo. Ma questa squadra è sfrontata, seppur giudiziosa, che non è un ossimoro, perché sa come e quando creare grattacapi agli avversari. La Lazio è durata, a mala pena, un tempo, l’Atalanta, dopo le sofferenze, è passata al dominio. Malinovsky era partito male e si è riscattato nella ripresa, Palomino prima disastroso poi decisivo, De Roon pallido e incerto, quindi, robusto e forte. E ancora una volta Papu Gomez, leader autentico senza macchia e senza paura. Intanto cominciamo ad esultare per i 77, poi si vedrà. Non ci sono novità nelle formazioni. E’ subito una partenza sprint. Comincia Strakosha a sbagliare regalando un pallone a Freuler che apre per il liberissimo Zapata. Fallisce un gol clamoroso, per fortuna è fuorigioco, altrimenti… Immediata la risposta della Lazio: Palomino altissimo viene anticipato da Immobile che sventaglia per il liberissimo Lazzari, gran discesa e cross, De Roon anticipa Immobile ma spedisce alle spalle di Gollini. C’è solo la Lazio in campo, l’Atalanta è smarrita e non riesce a raccapezzarsi. E’ in tilt. La squadra di Inzaghi spinge a gran velocità, la difesa nerazzurra subisce gli assalti laziali anche perché in mezzo al campo De Roon patisce Luis Alberto e Freuler è in mezzo a Cataldi e a Milinkovic. Così inevitabilmente arriva il raddoppio: Correa cerca l’affondo, respinge Toloi, Immobile incespica, arriva Luis Alberto che allarga a Milinkovic che con destro spettacolare infila Gollini. Ballano le marcature, Palomino fatica su tutti, è sempre in ritardo. Malinovsky è un altro che fa fatica sulla destra, cerca qualche spunto il Papu ma la Lazio si difende con ordine ed è in superiorità numerica, difficile infilarsi nella difesa. La Lazio sfiora il 3-0 con Immobile per ben due volte. Poi lentamente ma sempre con maggior continuità l’Atalanta riannoda i pensieri persi e comincia a giocare. Per linee esterne, cercando di bucare la difesa biancazzurra. Verso la mezzora il primo, Freuler per Gomez, Strakosha risponde poi Zapata manda fuori. Ed ecco il rischio del 3-0 con Immobile che calcia fuori di poco. Intanto Gasperini cambia l’assetto difensivo con Djimsiti a destra, Toloi a sinistra e Palomiino in mezzo. Va un po’ meglio. Ecco il gran destro di Malinovsky che Strakosha spedisce in angolo. E finalmente arriva il gol: Zapata appoggia a Hateboer, cross da destra, Gosens da sinistra insacca di testa. E’ l’epilogo di un lungo assedio. Nel secondo è stato un monologo nerazzurro, la Lazio è sparita del campo. L’Atalanta senza attaccare forsennatamente ma costruendo azioni su azioni. Con appoggi precisi, inserimenti del Papu e di Malinovsky, decisamente super nella ripresa, e in difesa praticamente senza errori ecco un modo maturo di giocare. E il gol del 2-2 è una perla preziosa, meglio di un siluro terra-aria, dal piede sinistro di Malinovsky. Ci ha pensato Ilicic, entrato per l’ucraino, in collaborazione con Muriel a costruire il 3-2, infatti Acerbi salva sul gran tiro del colombiano. Calcio d’angolo del Papu, Palomino anticipa Caicedo e insacca. Riscattando così un primo tempo da incubo. Poi Gomez e Muriel falliscono incredibilmente il 4-2. Nerazzurri immensi.
Giacomo Mayer