Gollini 6
: si prende qualche rischio di troppo in uscita su Morata e Rabiot ma scampa il pericolo. Risponde presente sul piazzato dell’ex Real. Avventuriero
Toloi 7: mette la museruola al pericolo numero uno Chiesa. Esperienza da vendere, solidità al potere.
Palomino 7: la Juve, nella figura di Morata, taglia spesso dalle sue parti. Lui prende bene le misure e inscena una prova super, sostituendo alla grandissima un pilastro come Romero.
Djimsiti 6.5: il lavoro non manca quando dalle tue parti bazzica un certo Cuadrado. Bravo l’albanese a rispondere per le rime seppur con qualche rischio.
Maehle 6: mette la freccia in avvio poi scala le marce e bada al compitino (27’st Malinovskyi 7: spaventa Szczesny con una punizione al tritolo, poi sfrutta la deviazione di Alex Sandro e regala tre punti dal forte sapore di Europa)
de Roon 6.5: riesce sempre a sporcare la manovra bianconera specializzandosi nel solito lavoro di taglia e cuci lungo il perimetro. Non si ferma mai.
Freuler 7: sempre sugli scudi, sempre in prima linea. Regge il centrocampo senza mai calare d’intensità. Totale.
Gosens 6.5: provvidenziale sulla conclusione di Cuadrado e sul tentativo in spaccata di McKennie. Sempre più a suo agio anche in fase di ripiegamento.
Pessina 6.5: superato il Covid, Gasperini lo lancia dal primo minuto e lui risponde presente. Ricama calcio con grande piglio e personalità tra le linee. Mezzo punticino in meno per l’occasione sciupata al 24′ (1’st Pasalic 6: rileva Pessina ma non brilla)
Muriel 5.5: un destro che sibila sopra l’incrocio dei pali dopo un’ora a fari spenti. Poca roba per lui, la Juve si conferma tabù (24’st Ilicic 6: impatto apprezzabile, serve a Malinovskyi il pallone che decide il match)
Zapata 6: fisicamente straripante, vince ogni mismatch confermandosi ingiocabile nel corpo a corpo. Nella ripresa irrompe su Danilo ma, di testa, si divora il pallone del potenziale vantaggio.
Gasperini 7: ha provato a vincerla fino all’ultimo e ha avuto ragione. Cala l’asso Malinovskyi per sparigliare le carte nel segmento finale e l’ucraino illumina il sentiero che conduce verso la Champions League. La Dea mette la freccia: è terza. E tra i tanti meriti ha un allenatore che sa vincere le gare anche in corsa.
Michael Di Chiaro