Prendere di petto i napoletani non fa bene né al risultato, né alla salute, né al portafogli della proprietà. I collaboratori della Procura FIGC, stavolta, all’indomani della gara contro i Ciucci primi della classe sono stati solerti e prontissimi d’orecchio. Registrando anche lo sfottò “San Gennaro terù”, messo nel conto dei 12 mila euro di multa sui 25 totali comminati all’Atalanta per cori e intemperanze varie dei tifosi. Una vera e propria stangata del giudice sportivo della Lega calcio di Serie A, Gerardo Mastrandrea, al club nerazzurro specie “per avere suoi sostenitori, prima della partita e nel corso della stessa, intonato ripetutamente cori insultanti di matrice territoriale (“Napoli m****, Napoli colera”, NdR), nonché cori oltraggiosi di matrice religiosa, percepiti da tutti i collaboratori della Procura federale posizionati nelle varie parti dell’impianto.
Altri tremila di contravvenzione, invece, sono stati irrogati per il “coro insultante al termine della partita nei confronti del direttore di gara” Maurizio Mariani della sezione di Aprilia, bersagliato per non aver concesso un corner e non aver prolungato i 4 minuti di recupero nonostante le reiterate perdite di tempo e interruzioni. I restanti diecimila, invece, “per avere, infine, suoi sostenitori, nel corso della partita e al termine della stessa, lanciato, anche in direzione del direttore di gara e di un calciatore della squadra avversaria, alcuni oggetti di varia natura sul terreno di gioco che non colpivano alcuno”. Ammenda di 5 mila per il Napoli, “per avere suoi sostenitori, al 44′ pt, intonato ripetutamente un coro insultante nei confronti dell’allenatore della squadra avversaria, percepito da tutti i collaboratori della Procura federale posizionati nelle varie parti dell’impianto”. Titoli alla madre, per inciso.