di Simone Fornoni

Dev’esserci un capitolo ancora da scrivere nel tormentone “va, resta, va a scadenza magari con opzione esercitata dal club” che vede primattore Gian Piero Gasperini e l’Atalanta come controparte-antagonista del film di un nuovo accordo ora come ora alle soglie dell’impossibile. Ma visto che a pelo d’erba sono proprio i sogni impossibili che l’allenatore dice di voler rincorrere per far scendere in piazza la gente un’ultima volta prima dell’addio, allora discettare amabilmente di contratto e possibili destinazioni di qui all’estate del vate del calcio bergamasco diventa un obbligo.

Nella Capitale anche i muri sanno che il commercialista e dirigente sportivo bergamasco Alessandro Antonello, per un novennio all’Inter come direttore finanziario morattiano, direttore operativo, amministratore delegato, responsabile e amministratore delegato dell’area corporate fino alle dimissioni dello scorso 3 febbraio, è in procinto di dire di sì ai Friedkin. Si tratta di uno che i conti li sa fare e nell’ambiente sa muoversi: è stato anche nel board dell’European Club Association (ECA). In giallorosso lui ci va, se possibile proprio insieme al Gasp. I due si conoscono eccome e più fonti, mai smentite nemmeno dopo la cassa di risonanza del variopinto e affollato mondo dei mass media romani, li hanno già visti insieme in avanscoperta con la dirigenza della Roma.

Laggiù c’è la carica di Chief Executive Officer, praticamente quello che fa Luca Percassi a Zingonia, vacante, a mo’ di casella da riempire a seguito delle dimissioni precoci, il 24 settembre dell’anno scorso a stagione bell’e iniziata, della famosa e affascinante Lina Souloukou, poi accasatasi al Nottingham Forest sotto Natale. Ma c’è anche un progetto sportivo da ricostruire, sulla base comunque di una rosa di giocatori mica malaccio, comprensiva degli ex nerazzurri Mancini, Cristante e Gollini, oltre il traghettatore Claudio Ranieri, cavallo di ritorno ultrasettantenne, tifosissimo e sostituto della bandiera Daniele De Rossi sacrificata sull’altare del pessimo inizio di stagione.

Due posti da assegnare che s’attagliano alle misure di Antonello e Gasperini meglio della creazione di un sarto dei divi. Vestiti adatti a chi altrove, evidentemente, non ha sentito fino in fondo l’apprezzamento altrui. Percassi l’amministratore delegato sostiene che lascerà decidere al mister, sottolineando che mai prima d’ora s’era parlato della questione rinnovo o simili con tante giornate di campionato ancora da disputare, ripassando la palla allo stesso tecnico di Grugliasco. Percassi il presidente, Antonio, figura di mediazione per carattere e non soltanto per la carica che ricopre, è forse l’unico a poter esercitare un certo potere di seduzione, sportivamente intesa, verso l’artefice di un novennio che definire magico è fare un’offesa gratuita alla realtà.

Gasperini se ne va perché tutto ha un inizio e una fine e lui non avrà più emozioni da regalare, o perché insoddisfatto di un mercato di gennaio che combinato alla ricaduta di Scamacca l’ha lasciato con quattro punte quando lui ne aveva più volte chiesta una sesta? Se ne va perché ha già un pre-accordo? Chiacchiere, o interrogativi destinati a rimanere inevasi, insoddisfatti e senza risposta. A Bergamo nessuno è stato al suo livello, punto e basta, ma anche la società ha meriti enormi e innegabili. Per quanto possibile, ne ha sempre rispettato le indicazioni senza chiudere i cordoni della borsa che dal febbraio di tre anni fa è soprattutto la borsa dei Pagliuca. Non sarebbe stato possibile un Gasperini di successo senza i Percassi e viceversa. Né è sopportabile l’idea che il primo sia un separato in casa. Non ci crede anima viva. I tifosi, invece, credono e sperano che il rapporto duri e non si sfilacci. Associazione Sportiva Roma permettendo.