Glenn Stromberg visto dal nostro Danilo Rota

Si può considerare l’icona  dei tifosi atalantini per lo straordinario attaccamento alla maglia e alla città mostrato durante le sue 9 stagioni trascorse in nerazzurro.     
Nato in Svezia nel 1960 ma bergamasco d’adozione  vive nella nostra provincia anche se la sua attività di giornalista per la tv svedese e di importatore di cibo italiano nella sua patria d’origine, lo portano spesso in giro per il mondo.
Le sue prime esperienze professionistiche lo vedono giocare nel Goteborg  con il quale vincerà coppa , campionato  e coppa Uefa e successivamente nel Benfica (supercoppa e 2 campionati portoghesi). In nazionale vanta 53 presenze arricchite da 7 goal , presente nel mondiale italiano del 90 con 3 presenze e una rete. Eletto miglior giocatore svedese per l’anno 1985.
Arriva alla Dea nel 1984 , sono gli anni d’oro del calcio italiano che annovera tra i protagonisti gente come Maradona, Platini, Zico , Falcao Rummenigge.
Da noi collezionerà 285 presenze segnando 23 goal (15 serie A , 4 coppa Italia, 3 in serie B ed uno in coppa Uefa). Solo una volta è stato espulso nel corso delle sue 185 partite in serie A, nel 1990 contro la Cremonese. Chiuderà la carriera a soli 32 anni nel 1992
Per coincidenza l’esordio e l’ultima partita di Glenn in serie A  avvennero contro la stessa squadra, l’Inter; 16/9/84 Atalanta-Inter 1-1 , 24/5/92 Inter-Atalanta 0-0.
Singolare la partita nella quale segnò il suo primo goal  in A il 25 aprile 1984  Atalanta Avellino. Segnò il il 3-0 dopo la doppietta di Vella ma negli ultimi venti minuti l’Atalanta si fece raggiungere sul 3-3   
L’ultimo goal lo segna invece il 9 febbraio del 1992 Atalanta Lazio           1-0 .
Il primo allenatore incontrato in nerazzurro fu Sonetti, tecnico pragmatico e difensivista con cui fece fatica ad integrarsi. Comunque nonostante un girone d’andata difficile la stagione si concluderà con un buon decimo posto.
Il campionato 86/87 fu quello della retrocessione ma anche della finale di coppa Italia con conseguente ammissione  alla coppa delle Coppe , al termine della stagione Glenn vuole andarsene ma  Mondonico lo convince a restare e gli affida la fascia di capitano. L’anno seguente, seppur a fatica, arriva la promozione all’ultima giornata e la straordinaria cavalcata in coppa, mai una squadra di serie B era arrivata così in alto.
Glenn non è stato un grande realizzatore, piuttosto un uomo alla De Roon presente in tutte le parti del campo, carismatico , indomito ma la sua dote migliore era di saper  leggere le partite come pochi (dixit Mondonico). L’unico goal in coppa lo realizza   contro il Malines il 6/4/88 ed è il  momentaneo pareggio nella partita d’andata della semifinale di coppa Coppe , rete che illuse il popolo bergamasco prima della sfortunata gara di ritorno nella quale non gli viene fischiato un evidente calcio di rigore.
Un’altra gara che ricorderà  per sempre saranno i quarti  di Coppa Italia . Atalanta in vantaggio contro lo stellare Milan di Sacchi ed a un passo dalla semifinale, Stromberg da vero signore calcia la palla in fallo laterale  per soccorrere un avversario e…… lasciamo perdere, ancora oggi solo a scrivere quel che successe sono colto da tanta delusione (eufemismo). Mi restò impresso quel che disse il buon Glenn a Baresi prima che il rossonero calciasse il rigore “se sei un uomo il rigore lo calci in tribuna”.
Stromberg è stato un campione con la C maiuscola, i numeri da circo e i goal da antologia non erano nel suo DNA ma l’abnegazione e l’esempio che per 9 anni ha trasmesso  ai suoi compagni e a noi tifosi   fanno capire il significato, a volte abusato, di “amore per la maglia”.
Nell’ultima stagione da calciatore alla penultima di campionato a Bergamo, Stromberg  infortunato era a bordo campo,  il caso volle che l’avversario fosse il Torino allenato da Mondonico: a fine partita la curva nord  li accomunò in un tributo indimenticabile.
Quando la curva nord ha esposto le 7 gigantesche maglie delle nostre bandiere storiche, la numero 7 quella di Glenn Stromberg, era al centro. Lo striscione recitava “le bandiere non sono gli ottimi giocatori ma uomini d’esempio e ricchi di valori”.

Spigolando:
* appassionato di borsa,  di cucina e del gioco delle carte
* campione di ping pong
* fans dei Rolling Stones come il Mondo
* rifiutò la Roma quando ad allenare c’era il connazionale Eriksson
*spesso in partita masticava una specie di tabacco da sciogliere in bocca, Magnocavallo lo volle provare ma il giorno dopo era a letto con 40 di febbre
*durante un ritiro con l’aiuto di Prandelli sottrasse tutti gli arredi dalla camera dell’allenatore
*all’epoca di Mondonico le partitelle di fine allenamento duravano finché non era la squadra di Stromberg a vincere, questione di scaramanzia….
* ha detto “Bergamo mi tratta come Maradona a Napoli”
* ha detto “sono nato in Svezia ma morirò bergamasco”.

A cura di Danilo Rota