Gimondi era un Campione, un vero vincente anche quando veniva cannibalizzato dal grande Eddy Merckx.
Arrivava spesso secondo, il nostro Felice.
Ma lui non si arrendeva mai, e quando la strada cominciava a salire, lui si metteva sui pedali e faticava.
La gente restava in strada ad aspettarlo per ore, solo per incrociarlo per un secondo, con lo sguardo di chi venerava un mito.
Anche se arrancava dietro il Cannibale, tutti lo osannavano, perché lui non mollava mai.
Da vero bergamasco.
Nonno Enrico, quando da bambino salivo in sella alla bicicletta, era solito dirmi: “dove vai, Gimondi?”.
Vallo a dire al nonno che Gimondi – per qualcuno – non era altro che il primo dei perdenti.
Vi avrebbe riso in faccia.
Io mi sento, orgogliosamente, Gimondi.
“…guarda la tua ruota ed io ci sarò…”
Pagno
venerdì 24 Luglio 2020