Giocava a pallone come lo facciamo tutti noi ed era pure molto bravo, aveva vent’anni come li ha sempre chi è nel calcio, sia che ne abbia appena compiuti dieci e stia giocando nella categoria pulcini o che ne porti sulle spalle sessanta come Zio Ferdinand, stella delle nostre serate al campo di Orio. Seid Visin si è tolto la vita dopo aver sofferto per via del razzismo, che il nostro movimento combatte da almeno due decenni, perché a un presidente, a un ds, a un mister, a un’ala, a un portiere o a un trequartista non fotte una beata mazza del colore della pelle. Gli interessa l’impegno in campo. Fuori, invece, è diverso, fuori, invece, ci sono i pregiudizi di chi ha l’odio come ragione di vita. E allora noi, che questa brutta malattia non ce l’abbiamo addosso, diamo un segnale e intitoliamo il torneo degli esordienti ad Azzano a Seid, che avremmo invitato volentieri a cantare We’re the fubal, coccolandolo a più non posso con l’allegria della nostra gente, che un colore non ce l’ha. Ha tutti quelli dell’arcobaleno.
Matteo Bonfanti
sabato 5 Giugno 2021