Tremila euro per lancio di bicchieri pieni in campo dagli spalti, e va bene (mica tanto). Ma a sorprendere, alla voce multe a carico dell’Atalanta comminate dal Giudice Sportivo, sono i diecimila affibbiati a titolo di responsabilità diretta “per il comportamento assunto dal proprio Presidente negli spogliatoi”. Che cosa avrà mai combinato di tanto grave sabato scorso contro l’Hellas Verona un galantuomo come Antonio Percassi? Fonti Sky e altre più o meno ufficiose indicano nel motivo della querelle e della relativa sanzione le vibranti proteste del vertice societario nell’intervallo per il primo gol degli ospiti.
Ovvero per la famosa rimessa laterale che avrebbe dovuto battere Rrahmani e invece effettuata da Faraoni quasi 8 metri più avanti per il provvisorio vantaggio firmato da Di Carmine. A memoria, si tratta del primissimo provvedimento del genere a carico del club nerazzurro in riferimento ad atteggiamenti del suo proprietario e primo dirigente nei periodi in cui questi è stato in carica, dal 1990 al 1994 e dal 2010 a oggi. Positiva, nonostante lo stupore e la sorpresa, la reazione dei tifosi in rete: “Finalmente il Tone ha alzato la voce contro i soprusi arbitrali”, il succo (ma anche le parole esatte) del grosso dei commenti. Percassi è stato personalmente multato di ulteriori diecimila euro “per avere, aprendo la porta della sala Var, espresso una critica all’operato della tecnologia”. In tutto, quindi, sanzioni per 23 mila euro.