Modellava ossa e muscoli degli eroi della domenica insieme al fido Stefano Bruno, succedendo ad Alessandro Ciullini e cedendo il posto a Renato Scarpellino, ma a Bergamo non gli andò benissimo. Cordoglio unanime del mondo dello sport e del calcio in particolare per Gian Piero Ventrone, scomparso nella notte e nel sonno ad appena 62 anni. Stava lavorando con Antonio Conte anche al Tottenham e lo faceva già ai tempi del breve interregno all’Atalanta del tecnico leccese. Dallo start dell’autunno, dopo l’esonero di Angelo Gregucci, durato lo spazio di 1 match di Coppa Italia e 4 turni di campionato, fino alla defenestrazione del sostituto in corsa dopo la lite coi tifosi nel ko all’inglese dell’Epifania 2010 col Napoli: in tutto 13 partite di serie A e l’inopinata sconfitta casalinga nel secondo turno della Coccarda col Lumezzane.
Detto il Marine per i metodi spicci e la maniacalità nel lavoro, Ventrone a livello di personaggio pubblico nel Belpaese era stato sdoganato da Marcello Lippi, altro ex nerazzurro (1992-1993, ma la preparazione era a cura di Marco Rota). Anche la società bergamasca si è unita al lutto: “Atalanta in lutto. È scomparso Gian Piero Ventrone. Ventrone ha lavorato come preparatore atletico nello staff tecnico della prima squadra dal settembre del 2009 al gennaio del 2010 – la nota ufficiale -. Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia nerazzurra partecipano al dolore dei familiari ai quali rivolgono le più sincere e sentite condoglianze”. Era l’ultima Atalanta dei Ruggeri: Valter Bonacina, solo a Palermo, e poi Lino Mutti non evitarono l’ultima retrocessione in serie B. A giugno, Antonio Percassi si sarebbe riappropriato del soglio presidenziale, stavolta da azionista di maggioranza assoluta a differenza del periodo estate 1990-23 febbraio 1994 quando il proprietario di fatto e di diritto era Miro Radici.