Dicono che si chiami così la paura di ritornare alla normalità, ma non credo sia davvero questo che mi stia capitando, non vedo l’ora di uscire e di incontrare persone e sono felice che le cose stiano migliorando, ci sono cose però, di questo periodo di quarantena che mi mancheranno, cose a cui ho troppo spesso rinunciato, presa dal turbine della vita “di fretta” che sono costretta a vivere come madre e donna lavoratrice, con tanti interessi e tante passioni. Mi mancherà dipingere, scrivere o lasciarmi prendere dalla lettura compulsiva di un libro senza sentirmi in colpa. Mi mancherà danzare in cucina davanti al risotto, mi mancherà uscire in giardino di notte, ascoltare il silenzio e accorgermi del fruscio che fa il riccio fra le foglie, mi mancherà seguire ogni giorno la crescita di un germoglio. Mi mancheranno le lunghe telefonate alle persone amate e distanti che non ho mai tempo di fare, gli abbracci lunghi e muti dei miei figli, mi mancherà la musica rap e quella hard rock che mettono a palla nella loro stanza, mi mancherà la pazienza che tutti abbiamo praticato per stare bene in quattro persone, chiuse in poco spazio. Mi mancherà accorgermi che fa giorno dopo aver condiviso l’insonnia con mio marito, smezzando una birra, davanti alla tivù che si è spenta da sola. Mi mancherà l’amaca appesa fra il prugno e la magnolia.

Mi mancherà soprattutto il tempo lento, quello che permette di ascoltarsi.

Le mancanze però, come dice Erri De Luca, sono presenze, a volte dolorose, a volte scomode, che ti aiutano a ricordare ciò che è davvero importante quindi spero di non dimenticarmi mai di questa quarantena.

Monica da Bergamo