Fulmine a ciel sereno? O forse no? A margine dell’ufficializzazione della chiusura del rapporto, l’ormai ex allenatore dell’Almè, Omar Locatelli, racconta un’annata a dir poco pirotecnica, conclusa dalla salvezza in Promozione: traguardo ottenuto, pur tra luci e ombre, mietendo vittime eccellenti, a partire dalla Colognese, tuttora in corsa per il salto di categoria, sconfitta sia all’andata che al ritorno, fino al doppio pareggio comminato ai neocampioni del Valcalepio. “Io non parlerei – spiega Locatelli – di stagione altalenante, valutata sui risultati, spesso ragguardevoli, ottenuti con le big del girone e sulle battute a vuoto occorse con le squadre più inguaiate. Piuttosto, dopo un’andata altalenante va sottolineata la progressione, che ha fatto cadere squadre che costavano molto più dell’Almè. C’erano dei limiti, soprattutto per quel che riguarda l’esperienza, visto che la rosa vantava un’età media intorno ai 21 anni, e l’impatto dettato dall’esordio assoluto, in un campionato rivelatosi subito durissimo, come la Promozione di quest’anno. Ma col tempo, anche grazie al lavoro compiuto con lo staff, siamo cresciuti, restando compatti quando le cose andavano meno bene e restando concentrati su quelli che erano i nostri margini di miglioramento. In accordo con lo staff, ci siamo prefissati di portare avanti una metodologia, un insegnamento, che al dunque hanno permesso alla squadra di restare sul pezzo, fino alle due vittorie consecutive che sono valse la salvezza diretta. Miracolo o no, è stata durissima, ma alla fine salvarsi così è stato come vincere il campionato”. Rimane il mistero delle dimissioni, perpetrate, a poche settimane dal termine del torneo, con l’Almè in piena lotta per non retrocedere, di Franco Genini, il diesse gialloverde, poi rientrato in pista a campionato concluso: “Dal mio punto di vista, si è avuta la sensazione che volesse evitare, a tutti i costi, la retrocessione. In questi casi, l’esperienza è la chiave di tutto e la pressione può giocare brutti scherzi. Si era malignato e fantasticato sull’incompatibilità di carattere, tra lui e me, cosa peraltro assolutamente non vera, ma più concretamente direi che la squadra ha badato a lavorare sul campo in modo molto professionale e al raggiungimento dell’obiettivo. Non sono rammaricato per la separazione consensuale, perché noi allenatori siamo girovaghi, un giorno siamo di qui e il giorno dopo siamo da un’altra parte. Sono pronto per tornare in pista attendendo una chiamata di società con un progetto rilevante. È importante, piuttosto, sottolineare i meriti di chi ha contribuito al felice epilogo. Un sentito grazie a tutto lo staff, composto dal vice Codazzi, i preparatori Claris e Ricciardi, i fisioterapisti Ceresetti e Facchinetti, per l’annata trascorsa insieme. E un grazie particolare va al presidente Crotti e al vicepresidente Gasparini, che sono rimasti sempre al nostro fianco, senza intaccare il lavoro bensì supportandolo. Grazie al direttore generale Rovetta e a Genini, con l’augurio che dalle solide fondamenta di questa squadra possa raggiungere l’obiettivo del salto di categoria. E grazie, naturalmente, a tutta la società Almè”.
Nik