Hellas Verona – Atalanta 1-2 (1-1)HELLAS VERONA (3-4-3):
Montipò 6; Casale 6,5, Magnani 6 (26′ st Sutalo 5,5), Ceccherini 6 (36′ st Cancellieri sv); Faraoni (cap.) 7, Tameze 6,5, Ilic 5,5 (14′ st Veloso 5), Lazovic 6,5; Lasagna 5,5 (14′ st Bessa 5), Simeone 7, Caprari 6. A disp.: 1 Pandur, 22 Berardi, 15 Cetin, 42 Coppola, 20 Ruegg, 7 Barak, 32 Ragusa. All.: Igor Tudor 6,5.
ATALANTA (3-4-3): Musso 5; Toloi (cap.) 6, Demiral 6,5, Djimsiti 5,5; Zappacosta 5,5 (1′ st Hateboer 6), De Roon 5,5, Koopmeiners 7, Pezzella 6 (40′ st Palomino sv); Miranchuk 7 (33′ st Pessina 6), Muriel 6,5 (12′ st Ilicic 6,5), Pasalic 6,5 (11′ st Zapata 6,5). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 6 Palomino, 66 Lovato, 3 Maehle, 11 Freuler, 99 Piccoli. All.: Gian Piero Gasperini 6,5.
Arbitro: Sacchi di Macerata (Raspollini di Livorno e Berti di Prato; IV Volpi di Arezzo. V.A.R. Massa di Imperia, A.V.A.R. De Meo di Foggia.).
RETI: 22′ pt Simeone (H), 37′ pt Miranchuk (A), 17′ st Koopmeiners (A).
Note: pomeriggio sereno e tiepido. Spettatori: 5.455 paganti, 9.343 abbonati. Ammoniti Ceccherini per gioco scorretto, Zapata per ostacolo alla rimessa in gioco, Caprari per proteste. Tiri totali 17-15, nello specchio 2-6, respinti/deviati 7-1, parati 2-4, legni 0-1. Corner 6-6, recupero 0′ e 3′.
Verona – Il gioco di gambe del quasi dimenticato Aleksey Miranchuk (in precedenza, l’assist per il 2-2 di Gosens a Villarreal… il 14 settembre), il colpo gobbo e un po’ sporco di Teun Koopmeiners. Stavolta, nonostante la delusione di Champions ancora fissa in testa, l’Atalanta la ribalta dopo averci messo comunque troppo ad assorbire la sciabolata dello spauracchio Simeone e aver capito quando accelerare di fronte a un Hellas Verona dal perenne difetto del calo fisico alla distanza. Sesta vittoria di fila e 37 punti, mai così in alto nel girone d’andata lungo ancora un paio di stazioni, con la Roma il prossimo sabato pomeriggio e in casa del Genoa il mercoledì successivo in notturna.
In avvio i nerazzurri sembrano rintanati davanti al tridente altrui, finché Casale non svetta imperfettamente sulla palla liftata di Ilic (6′) al culmine del solito ping pong da corner trovando soltanto una mezza risposta nella torre di Djimsiti sul primo nerazzurro che attraversa lo specchio senza deviazione vincente. Tutte le palle inattive che non si chiamino punizioni sono affidate al tutto-sinistro in mediana, dentro per evitare a Freuler il giallo da squalifica. All’altro turnoverista Pezzella, scollinato il decimo, a tiro di un filtrante di ritorno lunghetto di Muriel tocca pure assorbire la botta al volo di Faraoni, imbeccato da mancina dall’osservato speciale che di lì a poco aprirà score. Sempre lui sforna con la prima occasione diretta in porta: 17 a cronometro, tuffetto di Musso per rintuzzarne la girata in asse con Lazovic e lo spondista (di petto) Ceccherini. Si rischia di brutto un attimino più tardi, quando la mira e l’equilibrio tradiscono Caprari a comodo rimorchio del contropiede rifinito da Lasagna. Inevitabile, ecco lo svantaggio, con Djimsiti a perdersi il rompighiaccio, servito benone da Faraoni dopo un giropalla dal quinto opposto, e il portiere argentino a farsi infilare sotto il braccio da posizione tanto defilata quanto ravvicinata.
Alla mezzora, il rischia della chiusura anticipata dei battenti che si trasforma in sveglia. Perché Demiral stoppa l’elevazione dell’apripista su traversone del capitano di casa e stavolta l’uomo tra i legni è un drago nell’opporsi al tap-in della punta dal cognome culinario. Premessa delle prove generali di pari, figlie del borseggio di Toloi a Caprari in uscita, e dell’1-1 stesso: palo colto di là alla prima vera fiammata, quando tra il mancino dal limite di Pasalic, il grande assente di coppa, sbarrato dal sostegno e l’alzata alle stelle del Ronaldito sulla ribattuta c’è il tacco del russo, che poi va a segnare davanti all’area piccola (con tutto l’agio per sistemarsela bene) sfruttando la combinazione tra l’esterno sinistro, assistman effettivo, e il centravanti colombiano. Un paio di lancette dopo SuperMario, appoggiato da Luisito, chiama il baluardo locale a stendere il braccio per salvare in corner il suo tracciante. Se all’intervallo si giunge coi pericoli dalla bandierina e Ceccherini che spunta di fronte per correggere in curva l’ammollo a rientrare dell’ala sinistra altrui, in avvio di ripresa Muriel la tenta dalla lunghissima sulla verticale del mancino oranje (3′) per provare a mettere paura a Montipò, ma c’è il colpo di coda dell’armata gialloblù, che al 6′ chiama Toloi al salvataggio a volo d’angelo sul rigore in movimento di Tameze (ex come Sutalo e Pessina), chiamato da Casale quasi dal fondo e ancor prima propiziatore dell’intera manovra. Fortuna che sugli sviluppi il laterale sinistro ex Genoa manca l’appuntamento. Il 13 potrebbe portare meglio a Demiral, non abbastanza freddo in linea col mega rimpallo con le new entry Hateboer e Ilicic a insistere sul recupero. Pas mal: Veloso sparacchia, l’ex AZ, visto che il portoghese non chiude del tutto su Zapata, nemmeno per idea, con il camerunense in traiettoria a spiazzare nettamente l’ex Benevento. Al 23′ il Toro di Cali se la trova sul sinistro davanti al pareggiatore, ma c’è l’esterno della rete. Qualche break concesso reclama comunque l’attenzione. Che strizza su quel recupero del nazionale turco su Faraoni (29′), servito da Caprari con l’attrezzo che si impenna, e sul nuovo terzo tempo del centrale sinistro veronese sul tiro dalla bandierina conseguente. Al 37′ il figlio d’arte là davanti spreca il la di Bessa per non voler fare un passo in più e il suo destro a giro si spegne a mezz’altezza alla sinistra dell’arquero ex Udinese. Lo imita De Roon (sopra il montante, 39′) sull’allungo di Djimsiti velato dal match winner. A un paio di lancette dal tempo extra, Hateboer sbatte sui guantoni ostili: bel rilancio di Mr. Koop, sterzata grandiosa del cafetero che vince l’ennesimo duello per porgergliela.
Simone Fornoni