In casa Martinengo Volley il presidente Pierluigi Cucchi ha analizzato il presente ed il futuro del club bergamasco: “Dopo lo stop, una volta messo al riparo i cari dagli effetti dell’infezione, i nostri pensieri erano rivolti a come e quando si sarebbe ripreso a giocare, come avremmo recuperato le partite e con quali modifiche alle varie formule dei campionati. Poi sono arrivati i comunicati delle Federazioni che hanno decretato la fine della stagione che, pur consapevoli non si potesse fare altrimenti, hanno generato un doppio rammarico all’interno del nostro movimento. Nei campionati Fipav, il nostro Top Team era saldamente in testa alla Seconda Divisione e lanciato verso la promozione, nei tornei giovanili tutte le squadre erano prossime a disputare da protagoniste i playoff provinciali. Idem nei campionati CSI, con tre formazioni giovanili in testa nelle rispettive categorie e due che stavano centrando appieno il loro percorso di crescita”.
VOLTARE PAGINA. “Attraverso una piattaforma digitale, abbiamo organizzato gli allenamenti che ci hanno permesso di mantenere un contatto con le atlete, stimolandole con esercizi tecnici di base compatibili con l’ambiente di casa, realizzando filmati che poi rimontati simulavano azioni di gioco collettive, piccole sfide in cui l’obiettivo è di sintetizzare l’attività fisica con il divertimento lontano dalla palestra. La risposta delle ragazze è stata notevole. L’attesa è per i protocolli che saranno le linee guida per tornare a praticare sport in sicurezza, il timore è che siano particolarmente stringenti da impedirne l’attuazione. Siamo fiduciosi che l’Ondablu giochi in Prima Divisione come meritato sul campo, la modifica dei limiti di età delle categorie Fipav ci stimola a riprovare tutto ciò che non si è concluso nella stagione 2019/20 e nel CSI ripartiremo per cercare di essere protagonisti fino alla fine dell’annata. L’attività continuerà ad essere gestita brillantemente dal nostro staff con il direttore sportiva e coach Elisabetta Nava, Elena Bettoni ed Ausilia Bassani, pilastri imprescindibili, così come i genitori delle atlete che mai hanno fatto mancare il supporto».
No. Se.