23a (4a rit.) Primavera 1 – Martorano di Cesena, Centro Sportivo Romagna Centro, venerdì 31 gennaio (ore 13)
Cesena – Atalanta 5-3 (2-2)
CESENA (3-5-2): Veliaj 6,5; T. Zamagni 6,5, Dolce 7,5, R. Campedelli 7; Ronchetti 6 (36′ st Abbondanza sv), Arpino 6,5, Ghinelli 7,5 (41′ st D. Zamagni sv), Castorri 7,5 (36′ st Tampieri sv), Domeniconi 7; Perini 8 (41′ st Galvagno sv), Tosku 6,5 (25′ st Papa Wade 6). A disp.: Fontana, Mattioli, Greco, Baietta, Lontani. All.: Nicola Campedelli 7,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Zanchi 5; Gobbo 5, Ramaj 5, Armstrong 5; Arrigoni 6,5 (34′ st Idele sv), Steffanoni 6, Manzoni 7, Ghezzi (cap.) 5,5 (23′ st Bonsignori Goggi 6); Bonanomi 5,5 (34′ st Mungari 6,5); Camara 5,5 (1′ st Lonardo 6,5), Capac 5,5 (1′ st Damiano 7). A disp.: Bugli, Isoa, Mensah, Tavanti, Baldo, Bono. All.: Giovanni Bosi 5.
Arbitro: Gandino di Alessandria 6,5 (Hader di Ravenna, Rignanese di Rimini).
RETI: 3′ e 18′ pt Manzoni (A), 38′ pt e 4′ st Perini (C), 44′ pt Dolce (C), 27′ st Ghinelli (C), 32′ st Castorri (C), 46′ st Lonardo (A).
Note: primo pomeriggio piovoso, spettatori 150. Ammoniti Tosku, Manzoni e Castorri per gioco scorretto. Tiri totali 20-19, nello specchio 7-7, parati 2-4, respinti/deviati 4-2. Corner 5-3, recupero 2′ e 3′.
Cesena – Manzoni usa la testa per aprirla e raddoppiarla in fotocopia su cross di Arrigoni limitandosi a cambiare angolo di porta, primo e secondo palo mirati rispettivamente, ma la Primavera dell’Atalanta dalla cintola in giù è vulnerabile fino a farsi ribaltare il doppio vantaggio a cavallo dell’intervallo. E a voragine scavata la torsione per la prima nerazzurra di Edoardo Lonardo, cercato da Mungari dalla mancina, non ha il potere di evitare sconfitta e aggancio a quota 27 del Cesena. Una battuta d’arresto senza sfruttare il momento favorevole delle due vittorie di fila col Sassuolo e a Empoli (la quarta fuori casa su sei) in una serie positiva allungata dall’ottavo di Coppa Italia con l’Empoli. Ora il calendario, fino al barrage-playoff di Youth League di martedì 11 febbraio (14.30) con la Dynamo Kyiv a Manavgat (provincia di Antalya), propone il quarto della Coccarda ospitando la Juventus martedì 4 (stessa ora), mentre il prossimo weekend s’attende la visita dell’Udinese.
E dire che pareva cominciata col vento in poppa. Al settimo il gioco tra quinti porta alla sponda da destra per Camara che non imprime potenza nella schiacciata, mentre scollinata la decina c’è il recupero con deviazione decisiva di Ramaj a spezzare l’asse potenzialmente da pareggio tra Castorri e Arpino, che forse perde tempo in lunetta a spostarsela sul destro. Al quarto d’ora, stesso ispiratore e romagnoli a un mirino alzato di troppo dall’1-1, quando il pallone dal centrosinistra innesca l’attacco con Tosku a spararla davanti al dischetto ben sopra la traversa. Il contrappasso si realizza in fin di giropalla col settore di centrodestra ospite a non far vedere l’attrezzo ai padroni di casa a due corsette dal ventesimo. Dal raddoppio sulla strada del tris, si smarrisce la concretezza. Due minuti più tardi, sempre dalla stesa corsia, palla per Camara che in mischia se la sistema sul piatto destro chiamando Veliaj al salvataggio a guanto aperto per difendere il legno di competenza.
Alla mezzora il già indiavolato Perini stacca in torsione sullo scavino del solito Castorri, ma la porta è più sotto. Due giri di lancetta e a rimorchio di Steffanoni l’aspirante triplettista, stavolta di piede, trova l’estrema difesa dell’ultimo baluardo e del muro bianconero sulla ribattuta. Il primo tiro nello specchio dei cesenati è di Domeniconi, quasi dal fondo, chiamato in profondità da Tosku, con Zanchi a sbracciarsi a evitare il dimezzamento dello score. A otto abbondanti dalla pausa, il mattatore assoluto del primo pomeriggio bigiognolo solo per il meteo imbecca il destro di Arrigoni che ha il solo demerito di non tenerla bassa. Ed è così che il diagonale mancino della punta italiana dei locali, trovato lungo in verticale da Riccardo Campedelli, recuperatore di un disimpegno affrettato della mediana atalantina. Dolce svetta per il pari in rimonta grazie anche alla sponda del precedente marcatore sul corner corto in movimento di Ghinelli e per i Bosi-Boys è tutto da rifare.
Se la prima frazione è chiusa dalla conduzione in contropiede della mezzala sinistra, che a rientrare non può sorprendere il guantato bergamasco proteso al minimo tuffetto in presa, la ripresa d’avvio col pallone da sinistra di Ghinelli per Perini, la prova generale di sorpasso, che a volo d’angelo colpisce male tra collo e spalla. Al 3′, a spron battuto, la percussione di Tosku con la deviazione in angolo. Il centravanti di Nicola Campedelli sbuca in gioco aereo sempre grazie allo stesso assistman mancato della chance prima e incrocia con rimbalzo favorevole per l’incredibile 3-2. In rottura prolungata, i nerazzurrini rischiano di brutto da Ronchetti, lunga fuga e scivolone di Armstrong (6′) ma mirino sballato e largo, e dalla coppia d’attacco frustrata dalla scivolata all’indietro di Gobbo all’11’. A ruota, il risveglio bergamasco con Manzoni in ritardo sottoporta sul crossetto a rientrare di Lonardo dal lato corto di destra in coda al secondo corner di squadra. All’ora di gioco l’ex Samb prova a combinare con Damiano che tra le maglie della difesa bianca non inquadra la porta. Idem il doppiettista nerazzurro alle soglie del ventesimo, servito nel radente da fuori dalla catena di sinistra.
L’Under 20 vuole tornare a Zingonia col risultato, senza però essere precisa al dunque. Vedi muraglia locale a dir di no a Bonanomi, appoggiato dalla new entry del mercato invernale sul pallone di Damiano da sinistra, oppure il tentativo personale del pendolino destro subito dopo (25′), infruttuoso come sopra. A spezzare l’Atalanta-3 ci pensano Ramaj che la scucchiaia di mano al limite e Zanchi che si fa sorprendere sul primo palo dalla punizione a girello di Ghinelli a fil di palo di competenza. Due lunghezze da recuperare e non c’è la tripletta nemmeno sulla botta dalla distanza dopo un paio di palloni da Damiano mal sfruttati. Anzi, ormai vale la regola ogni tiro un gol per l’Ippocampo, che affonda il colpo una volta di più con l’inserimento incontrastato di Castorri in scia alla ripartenza guidata da Domeniconi. Ormai è tardi per cercare di riaprirla, ma Lonardo a rimorchio di Mungari, ennesimo correttivo dalla pausa di riflessione in avanti, centra la porta col preferito sinistro.