Mancini, l’apprendistato è finito.

“Sì, io penso che ci sia sempre da migliorare durante gli allenamenti, scoprire nuove cose sia dal mister che dai compagni e sicuramente anche quest’anno migliorerò”.
Quest’anno si parte con un passo avanti per quel che ti riguarda perché con la partenza di Caldara hai più possibilità di giocarti un posto da titolare.
“Sì, io come ho sempre detto cerco di migliorarmi in allenamento per giocarmi un posto da titolare, poi il mister deciderà. Mattia è andato via e per noi è una perdita importante perché è un calciatore molto forte. Però siamo rimasti in cinque più Varnier e cercheremo di aiutare il mister nelle sue scelte”.
L’anno scorso sei stato impiegato in ruoli diversi per quanto riguarda la retroguardia. Cosa ti senti di più? Organizzatore di gioco? Il perno della difesa?
“Tutti i ruoli della difesa mi piacciono, ma se dovessi scegliere proprio un ruolo direi centrale di difesa.
Anche perché tra Toloi e Masiello si sta bene.
“Sì certo (ride ndr), è difficile giocare male con loro perché sono due campioni e hanno una grandissima esperienza”.
Quest’anno l’Atalanta essendo impegnata su tre fronti ti offre più possibilità di giocare.
“Sì, questo è positivo perché tutte queste partite sono allenanti e ti fanno mantenere sempre la giusta attenzione”.
Dopo questi due anni alla grande dell’Atalanta si sente un po’ la pressione? Quali prospettive avete?
“Allora, come dice il presidente per prima cosa salvarci (sorride ndr). Ce la metteremo tutta per ripeterci e già dai primi giorni di ritiro stiamo lavorando per mettere in campo le nuove indicazioni del mister”.
Avete tanti ragazzi giovanissimi quest’anno, del 2000/2002, si potrebbe quasi considerarti uno dei più vecchi.
“Sono ancora giovane, per il momento vecchio non mi voglio sentire (ride ndr). Sono giovane e ho alle spalle una piccolissima carriera però se posso essere utile nel dare qualche consiglio ai ragazzi lo faccio volentieri”.
Con chi sei in camera?
“Sono insieme a Toloi, Rafa è un ragazzo tranquillo. Ha vissuto un po’ male l’uscita del Brasile dal mondiale (ride ndr). Ha passato una brutta serata perché ci credeva tanto”.
Non è il primo anno che fate il ritiro qui, come si sta? Vi piace il clima e l’organizzazione?
“L’organizzazione è il top. Il clima anche perché non ci alleniamo al caldo di Bergamo e quindi possiamo lavorare al meglio, poi andiamo anche a correre un po’ nei boschi, insomma è tutto perfetto”.
Non è che qualcuno bei boschi poi scappa?
“No (ride ndr) perché siamo monitorati e non si può in alcun modo rubare sul tempo”.
Mattia Maraglio