Manca il cuore, che era il Papu, e l’Atalanta vive la sua Istanbul. E ora insultatemi. Ci tengo, sono un giornalista libero che sta facendo il suo lavoro pur amando la Dea
Commenti
Andrea
Insultarti? E perché mai? Te lo si puó dire con educazione e civiltá che hai una credibilitá pari a zero.
Hai spesso scritto articoli di una pochezza indescrivibile con l’unico scopo di fare polemica e raccattare qualche “click” in piú. Sei lo stesso che un anno fa sosteneva che Zapata fosse a Siviglia per firmare per il Real (che é un po’ come pensare che uno vola a Palermo per firmare per la Roma, fra l’altro..). Tutto, ovviamente, infondato, non verificato, irrispettoso del professionista, della persona che stava lavorando per recuperare da un infortunio.
Quando si dice che il nostro vantaggio competitivo rispetto ad altre piazze (Roma, Napoli..) sia quello di un ambiente piú equilibrato, di una stampa meno sensazionalista, di meno polemiche gratuite, beh, penso che rappresenti una bruttissima eccezione che, spero, confermi la regola.
ps. sarebbe bellissimo avere una tua risposta NEL MERITO, o forse ti facevano piú comodo gli insulti per fare del vittimismo da quattro soldi?bergamoesport
Rileggiti il pezzo su Zapata, parlavo di quello che raccontavano i giornali spagnoli. Poi fai quello che vuoi, insultami (pochezza incredibile, con l’unico scopo di fare polemica con una credibilità pari a zero, tu che non insulti). Io penso che l’Atalanta debba essere trattata come una grande, non come un’eterna favola a cui inchinarsi dopo ogni salvezza raggiunta. Dopo un 3-3 col Toro, si possono trovare anche delle cause, quelle a cui penso io che ho giocato sono nella momentanea assenza di un leader. Insultare un giornalista significa dire che non verifica le notizie e che sia irrispettoso di chi scrive. Sei il primo che lo dice e ti ringrazio, penso che pure Zapata non la pensi come te, ma fa niente, un interessamento del Real Madrid non penso sia una cosa offensiva, né per lui né per l’Atalanta, anzi, soprattutto riportando le fonti. Ma ti ringrazio, che sei l’emblema perfetto di quello che penso, un confronto sulle scelte dell’Atalanta a volte non è possibile, si diventa una bruttissima eccezione (altro insulto tra le tue parole). Ma tu non insulti, non te ne rendi neppure conto. Sogno che un giorno si possa parlare della Dea tranquillamente, valutando pro e contro, come fanno a Milano, a Torino a Roma, come faccio in modo identico quando scrivo sulla Serie A. Sul merito, non sull’offesa continua verso chi ha scritto l’articolo. Dicendo, non sono d’accordo, sono altri i motivi della rimonta granata. Elencando, secondo te, cosa non abbia funzionato. Non muore nessuno, anzi è piacevole leggere opinioni diverse. Provaci. O cambia letture, davvero, staresti meglio, che insultare fa stare male soprattutto chi lo fa. Tanti la pensano come te, che serva sempre dire che all’Atalanta sono infallibili e che non si faccia mai un errore che sia uno. Si sbaglia, capita a tutti, a me, al Gasp, persino a Percassi. Non a te, evidentemente, che condanni il lavoro degli altri. Io non mi permetterei mai. Ma siamo diversi. Per questo non sono io la tua lettura. Scegli chi ha il tuo stesso linguaggio, è l’umile consiglio che sento di darti per stare meglio. Matteo
Alberto Dalleo
Il problema non è quello di insultare o trovare scenari stravaganti, quanto prendere atto di una situazione mai auspicata, cioè quella di un dissidio insanabile fra due persone di spiccata personalità ma con ruoli differenti.
Hai detto di aver giocato. Bene, ed Llora dovresti ben sapere come so io, che un allenatore senza stima e potere non serve ad una squadra. L’Atalanta ha la fortuna di avere un presidente che conosce benissimo certe “tensioni” ed ha scelto per rafforzare la leadership.
Quanto al Papu è vero. Manca da morire perchè c’è meno fantasia e personalità in campo ed occorre trovare un sostituto, a giugno oramai.
Quindi calma e gesso. Non tutti ricordano che la Dea ha passato una vita a salvarsi all’ultimo, che per costruire ci vuole tempo e per distruggere solo un attimo.
Viva l’Atalanta. Sempre.
Giulio
D’accordissimo con il Direttore! Ancora si è in presenza di contestazioni senza alcuna proposta critica costruttiva! Così fino a ora è la politica che insegna questo degrado democratico!
Caro Bonfanti questo commento ti fa onore e ti differenzia da Direttori di giornali Lombardi che a titoli in grassetto cubitali in prima pagina insultanto e offendono il lavoro degli altri!
Questa si che non deve essere liberta d’espessione!
Avanti così