Atalanta – Juventus 1-0 (0-0)ATALANTA (3-4-1-2):
Gollini; Toloi (cap.), Palomino, Djimsiti; Maehle (27′ st Malinovskyi), Freuler, De Roon, Gosens; Pessina (1′ st Pasalic); Muriel (23′ st Ilicic), D. Zapata. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 13 Caldara, 40 Ruggeri, 18 Kovalenko, 59 Miranchuk, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny 6,5; Cuadrado 7, De Ligt 7, Chiellini (cap.) 6,5, Alex Sandro 5,5; McKennie 6 (32′ st Arthur 6), Bentancur 6, Rabiot 5,5, Chiesa 6,5 (13′ st Danilo 6); Dybala 6 (23′ st Kulusevski 6,5), Morata 5. A disp.: 31 Pinsoglio, 77 Buffon, 19 Bonucci, 28 Demiral, 38 Frabotta, 8 Ramsey, 53 Felix Correa. All.: Andrea Pirlo 6.
Arbitro: Orsato di Schio 6,5 (Giallatini di Roma 2, Preti di Mantova; IV Sacchi di Macerata. V.A.R. Fabbri di Ravenna, A.V.A.R. Liberti di Pisa).
RETE: 42′ st Malinovskyi (A).
Note: ricordato Piermario Morosini a 9 anni dalla tragica morte in campo durante Pescara-Livorno, il 14 aprile 2012. Ammoniti Gosens, Malinovskyi, Djimsiti per gioco scorretto, Bonucci (in panchina) per proteste e Cuadrado per comportamento non regolamentare. Tiri totali 13-12, nello specchio 2-2, respinti/deviati 6-6, parati 1-1. Corner 3-8, recupero 1′ e 3′.
Bergamo – Il gran ritorno del 3-4-1-2 e di un Matteo Pessina a metà minutaggio? Il sorpasso da terzo posto dell’Atalanta alla Juventus si consuma grazie alla contro-virata ai tre trequartisti con Ruslan Malinovskyi a risolverla aiutato dal regalino di Alex Sandro che spiazza il suo baluardo guantato. Un trionfo tirando in porta due volte: il bottino pieno contro Madama mancava in campionato dal 3 febbraio 2001, il famosissimo 2-1 Lorenzi-Ventola col Vava sulla tolda di comando.
Prima ipotesi di acuto al 7′, con Cuadrado a lanciare lungo Dybala costringendo Gollini all’uscita di piede a sventare in fallo di fondo la mezza chance. Un paio cronometrico esatto e il nazionale tornato col virus dalla finestra di marzo si frappone tra Rabiot, spondato da McKennie, e il bersaglio grosso dalla distanza, mentre la risposta di Duvan è un 13 assai poco azzeccato, una ciabattata dai venti metri sul retropassaggio dall’area del monzese. Sul ribaltamento è Gosens a erigere il muretto a secco per impedire al panita torinese di pungere sullo scambio con la Joya, segno che non appena si apre un fazzoletto c’è chi lo ricaccia in tasca al nemico. Di qui i tentativi da fuori dell’accentrato Chiesa (16′, la del suo terzino destro) e di Maehle (18′, contrato in angolo da Chiellini) a conclusione della trama colombian-tedesca tra centravanti e pendolino sinistro. La prima chance grande quanto un condominio capita sui piedi del recente de-covidizzato tra i bergamaschi, che duetta con Muriel trovandosi nella posizione favorevole per cavare la ragnatela dall’angolino (23′), senza però fare i conti con la deviazione in recupero di De Ligt. Più che calcio sembra flipper, vedi Palomino a stoppare Chiellini sul terzo angolo nemico rimesso nel vivo della manovra proprio dal compagno nel cuore della linea a quattro. Visto che non ci si schioda, è il danese a tramutare una palla morta nell’assist all’ex viola figlio d’arte che serve il vassoietto a Morata (35′): monumento subito a Djimsiti che in allungando la zampa sinistra sventa un vantaggio già scritto. Tutto nato da un traversone del solito Cuadrado, regista effettivo pur schiacciatissimo a destra e soprattutto dietro. Un tris di lancetta e Robin fa il Batman al cubo per salvare su McKennie proiettato verso il fondo dalla coppia preferenziale con l’argentino; sul tiro dalla bandierina susseguente, la svettata imperfetta ancora del giovane tulipano. La fiera delle conclusioni respinte: prima che suoni il mezzo gong Maehle si rifà dell’erroraccio stroncando il rigore in movimento di Chiesa a rimorchio del solito inventore di gioco nominalmente ridotto a terzino destro.
Nella ripresa le parti sembrano un po’ invertite, anche se Toloi (8′) non è convinto mollando un assist al nulla, anzi direttamente a Szczesny, dopo aver ricevuto il cadeau dal Toro di Cali, poi Chiesa si fa male generando un tourbillon di esterni (Danilo basso a destra, Cuadrado alto) e Muriel (14′) la squilla convergendo da sinistra senza trovare il sette opposto. Sempre la diga della retroguardia a sbarrare il passo (26′), stavolta a Pasalic trovato dall’oriundo del Mato Grosso. Break altrui solo da fermo, ma la punizione di Dybala sibila a largo dell’incrocio (19′). Dentro Ilicic e Kulusevski per Muriel e Dybala, ed lo sloveno a pennellare per la spizzata zapatesca schiacciata maluccio fino a mangiarsi l’1-0. Merito del riflesso di Gollini a difesa del suo palo, invece, se lo spagnolo là davanti non converte in oro la pallonessa dello svedese ex di turno (30′). Con Malinovskyi per Maehle la Dea è già tornata al 4-2-3-1. Quindi la zampata da fuori del Colonnello, frustrato nella prova generale da fermo dal polacco volante e aiutato dal brasiliano sul terzo corner appoggiato da San Giuseppe. Il santino della domenica che vale platino. Il Gasp aveva battuto la sua squadra del cuore soltanto, si fa per dire, nel quarto di Coppa Italia sempre a Bergamo il 30 gennaio 2019 (3-0). Altra storia, adesso, per cominciare a scriverne capitoli sempre nuovi.
Simone Fornoni