18a serie A – Roma, stadio Olimpico, sabato 28 dicembre (ore 20.45)
Lazio – Atalanta 1-1 (1-0)
LAZIO (4-3-3): Provedel 6; Marusic 6,5, Gila 6,5, Romagnoli 6, Tavares 6,5 (17′ st Lu. Pellegrini 6); Dele-Bashiru 7, Rovella 7, Guendouzi 6,5; Tchaouna 7 (17′ st Isaksen 6), Castellanos 7 (39′ st Castrovilli sv), Zaccagni 6 (25′ st Dia 5). A disp.: 35 Mandas, 55 Furlanetto; 2 Gigot. All.: Marco Baroni 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi 7; Djimsiti 5,5, Hien 5 (1′ st Kossounou 6), Kolasinac 6 (39′ st Brescianini 7); Bellanova 7, De Roon (cap.) 6, Ederson 6,5, Zappacosta 5,5 (1′ st Cuadrado 7); Pasalic 5,5 (11′ st Samardzic 6,5); De Ketelaere 5 (20′ st Zaniolo 7), Lookman 6,5. A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi, 2 Toloi, 5 Godfrey, 42 Scalvini, 27 Palestra, 6 Sulemana, 48 Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini 6,5.
Arbitro: Massa di Imperia 6 (Bindoni di Venezia, M. Rossi di Biella; IV Manganiello di Pinerolo. V.A.R. Di Paolo di Avezzano, A.V.A.R. Sozza di Seregno).
RETI: 27′ pt Dele-Bashiru (L), 43′ st Brescianini (A).
Note: serata temperata, spettatori 50 mila di cui 236 atalantini nel settore ospiti. Ammoniti Hien, Zaccagni, Cuadrado per gioco scorretto, Rovella e Lookman per proteste. Tiri totali 10-15, nello specchio 5-5, parati 4-2, respinti/deviati 1-5, legni 1-1. Corner 2-7, recupero 2′ e 4′.
Roma – Non basta un tempo in forcing per la dodicesima vittoria di fila. Il record societario resta dieci più uno. L’Atalanta, a segno da quindici giornate filate, stoppa anche a cinque i successi consecutivi esterni e l’unica certezza, dopo aver rincorso una Lazio ottima a metà esattamente come lei nella seconda fino all’uno a uno, è che alla peggio condividerà la vetta col Napoli a fine 2024. Dele-Bashiru ferisce semi indisturbato nell’angolino lontano, Bellanova e Zaniolo dopo spizzata fuori di Pellegrini la acconciano nel finale per Lookman che supera Provedel e trova l’appoggino a specchio sguarnito di Brescianini. Risultato giusto e big un po’ sulle ginocchia alla fine di un anno solare comunque scritto nella storia. L’Inter può superare i bergamaschi solo a recupero effettuato a Firenze, ma sarebbe nel 2025.
Se per provare a rompere il ghiaccio prova dalla lunga Castellanos (6′) allargando e alzando la traiettoria, i bergamaschi in fase di studio assistono alla prova di combinazione Tavares-“Taty”-Guendouzi con uscita bassa dell’ultimo baluardo e allo stesso fondamentale per scongiurare fuai ancora dalla prima punta biancoceleste, servita inavvertitamente da uno sconsiderato appoggio all’indietro di Lookman. Oltre il decimo, come riposta alla prima mezza chance centrale e debole di nuca di Bellanova col taglio a correzione dello scavino di Pasalic, la doppia pezza di Carnesecchi, mano a piede, a difesa del legno di competenza e di piede sul tap-in dello stesso centravanti di casa prima del girello di Gendouzi davanti alla lunetta in terza battuta stampatosi sul palo alto alla destra del portiere riminese ormai battuto. Tutto figlio di una manovra in verticale perfezionata da Tchaouna. Verso il quarto d’ora, quando De Roon ha già scambiato la zolla con Ederson per mettersi sulle tracce del futuro primo marcatore del sabato sera, apparentemente la mezzala altrui meno pericolosa, la reazione atalantina è nel rimorchio Lookma-Pasalic il cui sinistro è intuito subito da Rovella. Poca roba, fin qui, in mezzo al mare magnum della difficoltà a costruire e ripartire.
I capitolini sono ben più convincenti, anche se il conato al ventesimo dalla lunga di Rovella per la presa alta del guantato ospite sembra più un passaggio venuto male e a ruota Zappacosta, raggiunto da un cross dal lato corto dell’iperattivo pendolino di Parabiago dopo un disimpegno sbagliato di Romagnoli, sfruttando il mancato rinvio di testa dell’ala destra locale in ripiegamento, coglie l’esterno della rete. Al 24′ Zaccagni innesca ancora il suo regista, al secondo tiro della serata molto da fuori favorito anche da un Pasalic che non pare riuscire a seguirlo, una ciabattata di quasi due metri a lato del primo palo. Lo stesso Rovella in asse con Tchanouna elude l’uscita altissima e insensata di Hien fino a centrocampo per pescare in corridoio il nigeriano sfuggito al capitano nerazzurro e bravo a evitare anche Kolasinac. A patatrac consumato, si segnalano solo una discesa di Kolasinac fermato fallosamente da Tchaouna (32′) nell’assalto a due col laterale di Sora senza un solo fischio da parte di Massa. Ma non è colpa dell’arbitro se non si azzeccano tre passaggi di fila e i reparti, col croato schiacciatissimo – spesso su Castellanos – in aiuto alla mediana, rimangono scollati, tanto che a una cinquina dall’intervallo la punta di destra nemica può provarci col piede forte, il sinistro, sullo scarico dell’apripista.
Pareggio mancato in scivolata da Djimsiti sulla palla a rientrare di Zappacosta spizzata da Supermario in finale di recupero, trama CDK-‘Mola spezzata subito da Gila in avvio di ripresa per pareggiare a quota 2 almeno il conto dei corner. Il nigeriano dei bergamaschi trova una deviazione per un altro angolo. Cuadrado e Kossounou sono i cambi per Zappacosta e per l’ammonito Hien: è il colombiano, a tiro dell’asse Zaccagnia-Taty spezzato da Djimsiti, a mangiarsi il pareggio dopo aver cambiato fronte alla controffensiva all’ottavo a favore del traversone finale di Bellanova, perché la schiacciata di testa finisce dritta impennandosi davanti al secondo palo. Subentra allora pure Samardzic a Pasalic e se non altro adesso fa tutto la squadra di Gasperini, col Pallone d’Oro africano a deviare fuoriporta il nuovo attacco da destra di Bellanova al quarto d’ora e a farsela parare poi in angolo da Provedel lungo un recupero alto di Kolasinac. Marusic ferma il serbo ancora in fallo di fondo (16′), Zaniolo rimpiazza a cronometro raddoppiato uno spento fiammingo. Dele-Bashiru manca la doppietta incocciando goffamente (26′) a porta sguarnita l’apertura di Castellanos lisciata in realtà da Dia prima di lui, al culmine dal contropiede ben condotto da Isaksen.
Comincia lo spicchio finale e Lookman, ricevendo da Samardzic, strozza troppo la conclusione dalla distanza sparandola dritta e bassa (28′), per poi trovare Pellegrini come portiere aggiunto col corpo, chiudendo le gambe davanti a suoi due tentativi ravvicinati, sullo schema d’angolo di Cuadrado da sinistra prolungato di testa da Ederson alla mezzora con la palla che alla fine prende il legno. Troppe chances sprecate e Dia, fuggito via all’imbambolato albanese sul filtrante lungo di Rovella, si fa negare il bis da Carnesecchi a mezz’altezza (33’), unico tiro in porta locale in tutto il secondo tempo. La Dea ci crede fino in fondo salendo sull’Olimpo del pareggino che comunque la lascerà in testa fino all’anno nuovo: azione tambureggiante che vira a destra, il pendolino destro la mette in mezzo sporcata dal terzino sinistro dirimpettaio, l’ex giallorosso la gira per Lookman e l’ultimo cambio insacca. Posizione impossibile, invece, per il Panita sull’ultima palla avanti di Ederson.