MILANO
– 2-2 con palpitazioni di cuore a non finire. L’Atalanta ha rischiato di vincere, poi di perdere, poi ancora di vincere e infine ecco il pari. L’Inter fallisce un rigore con Dimarco, l’Atalanta segna con Piccoli poi annullato perché il pallone ha superato la linea bianca. Tutto negli ultimi infiniti minuti. E’ un pari che profuma di vittoria perché i ragazzi di Gasperini sono stati protagonisti di una prova sontuosa davanti ai campioni d’Italia, anch’ essi indomiti e desiderosi di avvicinarsi al Napoli. Hanno però dovuto fare i conti con l’Atalanta. Altre sfide avevano i sigilli di un dentro o fuori per la gloria, magari per entrare nei libri di storia calcistica. A San Siro con l’Inter le partite sono spesso state a senso unico ma col passare delle stagioni i tremori hanno cominciato ad avvolgere anche nerazzurri ambrosiani perché i nerazzurri di Bergamo oltrepassavano l’Adda con intenzioni bellicose e non è un caso fortuito che qualche volta l’Atalanta ha terminato il campionato davanti all’Inter. Poi, nella scorsa stagione, qui al Meazza proprio contro l’Atalanta giocando una partita, modulo difesa e contropiede, l’Inter ha vinto ed ha spiccato il volo verso lo scudetto. Oggi pomeriggio, una nuova pagina che nei primi dieci minuti era piena di colori e significati solo per l’Inter, in gol, spettacolare, con Lautaro e vicina al raddoppio con Dzeko. Il ritorno a San Siro pareva un incubo. Poi la squadra atalantina si è assestata soprattutto in difesa con Palomino e Demiral ed è cominciata la giostra perché Zapata giocava da centravanti centrale costringendo Skriniar e De Vrij a starsene in difesa, prendeva campo e piede Malinovskyi che sul centrosinistra spaccava la destra interista e i suoi movimenti erano devastanti . L’1-0 dell’Inter traballava a vista d’occhio e l’Atalanta prendeva possesso del campo con Freuler a ordinare le giocate, De Roon a proteggere le incursioni di Toloi e poi Zappacosta lasciato libero da Perisic. Quindi Pessina che oscurava Brozovic e spingeva in avanti con le sue folate micidiali la squadra. Nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo solo l’Atalanta: prima con il pari di Malinovskyi, nato da un anticipo di Palomino su Lautaro ed il successivo assist di Zapata, ed era nell’aria serotina di San Siro anche il secondo: un altro micidiale sinistro di Malinovskyi ancora su assist di Zapata, Handanovic respingeva sui piedi di Toloi. Il 2-1 era cosa fatta. Nella ripresa si temeva un calo dei nerazzurri che invece continuavano come se niente fosse fino al palo colpito dal solito Malinovskyi. Lo spavento per l’Inter era colossale ed allora il tarantolato Inzaghi cambiava registro a tutta la sua banda con l’ingresso in campo di Dimarco, il malcapitato calcerà sulla traversa il rigore del 3-2,di Vecino e di Dumfries. Cambi che ridavano vita ai nerazzurri milanesi e allora ci pensava Musso, incerto nei primi minuti di partita, a salvare la patria atalantina. Anche Gasperini correggeva l’assetto con Ilicic, Piccoli e Djimsiti per Zapata, Pessina e Malinovskyi. Non bastava perché Dzeko riportava l’Inter sul2-2. L’Inter accelerava fino al calcio di rigore indiscutibile, Demiralsalta con il braccio largo, ma Dimarco spedisce sulla traversa. Poi il finale si presentava con i fuochi d’artificio perché l’Atalanta ci credeva ed ecco il miracolo: Toloi recupera palla, tacco di Pasalic che libera Piccoli svelto a realizzare il 3-2. Ma poco dopo Maresca, peraltro mediocre per aver fischiato in modo esagerato, annulla perché il pallone è uscito. Da qualche tempo l’Atalanta non rientra più nei pronostici per le candidature allo scudetto. Giusto così. Di sicuro veleggia corsara nel mare del campionato. I potenti galeoni sono avvertiti.
Giacomo Mayer