Coppa Italia
da alzare, regalando la sorellina in bacheca a quella del 1963, o terza qualificazione Champions di fila? Dalle colonne de L’Eco di Bergamo, Gian Piero Gasperini sceglie di non scegliere: “All in! Se proprio, però, preferisco qualificarmi ancora. E se c’è un record che mi piacerebbe migliorare è il terzo posto: i tifosi non chiedono lo scudetto”. Il pensiero del tecnico dell’Atalanta è ligio alla sua filosofia: “Nella vita vinci se migliori e bisogna muoversi in anticipo, in questa stagione l’abbiamo fatto con Romero in estate e Maehle a gennaio. Siamo forti, anche se ci trattano come un’intrusa in mezzo alle corazzate mediatiche”. Leggi, le voci su Gosens, Zapata e Muriel richiestissimi anche sul mercato interno: “Ci trattano ancora come una squadretta in cui fare razzia, ma anche la società è forte, molto forte”, avverte il Gasp.
Un’intervista a tutto tondo, quella resa a Pietro Serina, in cui l’uomo in panchina ha voluto fare chiarezza su alcune novità e taluni aspetti che gli puzzano un po’ di bruciato. “La difesa a quattro vista a Verona prima della pausa per le Nazionali non è il mio calcio: i difensori hanno fatto i difensori e gli attaccanti gli attaccanti. Meno interscambio, meno gioco”. Fuori una. E poi, di conseguenza: “Abbiamo schierato quattro giocatori offensivi contemporaneamente, poi sono subentrati Pasalic, Ilicic e Kovalenko, con Lammers rimasto fuori. Lì in otto sono troppi, creano problemi all’allenatore”.
Per il futuro, poche parole e ben ponderate: “Vedo un’Atalanta ancora più forte. Il club è cresciuto economicamente e in esperienza. I Percassi sono diventati ancora più bravi e più forti – chiude Gasperini -. E tra le concorrenti vedo problemi economici, mentre noi abbiamo bilanci fortissimi. Si tratta di mettere a frutto questo vantaggio, non con le scommesse, ma con giocatori già pronti, possibilmente che conoscano già il nostro campionato. Le idee sono sul tavolo”.