“Il calcio è dei tifosi, il calcio è merito”
. I titoli di coda, by Luca Percassi, al progetto della superlega europea a 12 con le big a sfilarsi come i grani del rosario. A Zingonia il prepartita con la Roma è stato un intervento-fiume dopo l’altro, chiuso dal rinnovo per due stagioni della partnership con Brembo Spa. Nessuna ostilità né tantomeno volontà di vendetta nei confronti delle 3 proponenti tricolori: “E’ falso che l’Atalanta abbia mai voluto chiedere l’esclusione dalla serie A delle tre italiane aderenti alla Superleague, che comunque si fonda su principi sbagliati – rimarca l’amministratore delegato nerazzurro -. Milan, Inter e Juventus sono società importantissime per il nostro calcio italiano. Noi, come società, abbiamo aderito fin da subito al comunicato dell’Uefa di domenica”.
PERCASSI: IL CALCIO E’ MERITO. “Errare è umano e i vari club stanno tornando sui loro passi. Già come consigliere di Lega mi ero espresso nella riunione straordinaria di domenica sera. Come Atalanta riteniamo di condividere le parole di lunedì Aleksander Ceferin, il presidente Uefa. Sosteniamo concetti meritocratici e solidali: ogni città deve essere rappresentata e tutte le componenti meritano rispetto, anche il Cagliari e il Benevento”. Percassi ritiene superato lo strappo: “Dallo scossone appena vissuto dobbiamo raccogliere opportunità. Il tema su cui insisto in assemblea e nei consigli di Lega è che si continua a non parlare di calcio, ma solo di questioni come i fondi. Questa cosa non si vede e non si legge, ma noi abbiamo preso posizioni forti nei confronti delle politiche dell’attuale presidente di Lega anche sui fondi, di cui nessuno finora ha parlato e scritto in termini corretti: ma per questo vi rinvio alla prossima puntata, approfondiremo”.
PERCASSI E LE RIFORME UEFA. “Siamo cresciuti con le competizioni europee, lunedì è stata provata la riforma del format della Champions League che partirà dal 2024. Siamo convinti che il calcio sia di tutti: qualunque modifica richiede processi lunghi e condivisione. Secondo me Andrea Agnelli non si dimetterà: all’interno di un percorso ognuno è libero di comportarsi come crede. C’è bisogno dell’esperienza di tutti. Dopo quella famosa dichiarazione su di noi senza storia europea il presidente bianconero chiamò mio padre Antonio scusandosi: voleva esprimere solo il concetto della necessità della stabilità finanziaria per i grandi club in caso di mancata qualificazione alle coppe, non sminuire noi”.
PERCASSI E LA BREMBO. L’impresa bergamasca, leader mondiale nel settore degli impianti frenanti “ma con sviluppi in corso nel ramo dell’automotive elettrico” dal 2018 assegna il Premio Brembo al miglior giocatore-studente di ciascuna delle squadre del vivaio di Zingonia: “Il nostro sodalizio unisce due eccellenze del territorio a vantaggio delle nuove generazioni: ci ha appassionato l’adesione ai valori come l’educazione alla vita all’interno del progetto sportivo. Noi abbiamo tremila collaboratori in provincia sui dodicimila nel mondo, il brand Atalanta ha dimensioni internazionali. Me ne hanno chiesto anche al Gran Premio di Formula Uno ad Abu Dhabi – ha dichiarato Cristina Bombassei, Corporate Social Responsibility Officer di Brembo SpA -. Il Premio Brembo è un riconoscimento alle brave persone in campo e fuori, che potranno esserlo un domani nel mondo del lavoro. Spesso i ragazzi sono lontani dalle loro famiglie e quindi il loro impegno vale ancora di più: stiamo pensando a novità, a premi speciali”. L’AD atalantino, dal canto suo, saluta la rinnovata amicizia: “Brembo rappresenta la miglior realtà industriale bergamasca. Dietro le grandi aziende ci sono grandi persone. Bergamo è l’Atalanta, l’Atalanta è Bergamo e Brembo fa parte della famiglia”. Una battuta sul bilancio societario, col rendiconto presentato ieri: “Venerdì all’assemblea degli azionisti verrà approvato il bilancio 2020 (utile di 51 milioni 738 mila euro, ndr). Rappresenta una crescita che ci ha permesso di investire sulla prima squadra, sul settore giovanile, sulle strutture e sullo stadio. I bilanci sono sempre figli del passato: per ottenere i risultati sportivi bisogna dannarsi e lavorare 24 ore al giorno 365 giorni all’anno. C’è il massimo impegno per conseguire gli obiettivi nel rispetto degli equilibri finanziari”.
PERCASSI E BONAVENTURA. “Primo settembre 2014, Bonaventura era già promesso all’Inter, poi l’affare saltò e alla sera chiudemmo col Milan e Galliani. Fu in quell’occasione che Silvio Berlusconi chiese a mio padre se Jack avesse capelli lunghi, orecchini e tatuaggi e di fronte al ‘no’ come risposta ribatté: ‘Lo sapevo, del resto viene dal settore giovanile dell’Atalanta”, ricorda l’amministratore delegato nerazzurro, figlio del presidente Antonio e fautore proprio in quel giorno chiuse per Alejandro Gomez, allora in arrivo dal Metalist Kharkiv (Ucraina) e ceduto al Valencia nello scorso gennaio: “Io ero negli uffici di Milano e stavo chiudendo per il Papu. In quell’affermazione di uno dei più grandi imprenditori della storia italiana c’è tutto il riconoscimento al nostro lavoro: la formazione di marca Atalanta è qualcosa che contraddistingue per tutta la vita”. Infine, una battuta: “Gomez sì, aveva i tatuaggi: ma non potevamo farci niente, dovevamo prenderlo. E poi mica è un prodotto di Zingonia…”.