di Pino Gaffuri* Nei tanti anni passati seguendo i nostri ragazzi della Polisportiva nei loro incontri agonistici, non mi ero mai posto seriamente il problema di quanto sia importante l’attività sportiva soprattutto per la formazione che li accompagnerà per tutta la vita. Tale riflessione mi è stata chiara pochi giorni fa, ai bordi del nostro campetto dell’Oratorio, mentre osservavo i piccoli della «Scuola Calcio»: bambini dai cinque ai sette anni. Tutti affascinati dal gioco del pallone, tutti desiderosi di calciare, di imparare ma… lo Sport ha le sue regole e le sue esigenze senza le quali non si cresce e si rimane sempre… «piccoli». Ho osservato come il loro allenatore, che è persona di larga esperienza, seguisse un certo metodo di insegnamento. Innanzitutto i bambini, come prima norma, devono obbligatoriamente conoscersi tra loro e imparare i nomi dei compagni. Chi non sta alla regola, per punizione, «un giro del campo di corsa». Successivamente devono imparare i «fondamentali» del gioco (cioè le più elementari regole) altrimenti… «giro del campo». Insomma, se vuoi giocare, devi prima imparare. Se vuoi giocare devi conoscere i compagni. Se vuoi giocare devi rispettare gli amici ed i rivali. Se vuoi giocare devi aiutare i meno dotati. Queste sono le più elementari regole del gioco.
Ed è da questa constatazione che è nata la mia riflessione su noi adulti: su noi, persone ormai di lunga esperienza ma purtroppo di scarso senso civico (forse nessuno ci aveva imposto dei «giri del campo») ma soprattutto di poca Carità, che dovrebbe essere motore di una comunità che è la Chiesa.
Ho dato uno sguardo attorno a me e ho visto innumerevoli, anonimi condomini, abitati da tante famiglie, le une sconosciute alle altre ma tutte con i propri dubbi, le proprie preoccupazioni, i figli da crescere, gli anziani da accudire, gli ammalati da curare. Case abitate da tante persone che spesso si incontrano, sono porta a porta da anni ma non si conoscono e non possono condividere i propri problemi e spesso le proprie angosce con i vicini. Tante persone che non hanno avuto la possibilità di apprendere certe regole, che non hanno mai fatto né voluto fare dei salutari «giri del campo» per punizione.
Mi è venuta spontanea una preghiera: che questi bambini conoscano e imparino cos’è la Carità che è l’anima anche del gioco: che si portino questi valori nell’incontro con gli altri nel saluto sempre cordiale e gioioso, nell’aiuto reciproco. Si ricordino infine i salutari «GIRI DEL CAMPO»!
*presidente onorario del Loreto
giovedì 28 Febbraio 2013