Due amici, un legame nato nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, l’Inter come squadra del cuore, un ritrovamento sportivo a Caprino che ha consolidato la loro amicizia facendola diventare una sorta di fratellanza. Entrambi con un passato nelle giovanili di realtà blasonate, come AlbinoLeffe, Pergocrema e Caravaggio, ora sono ottimi giocatori della nostra Eccellenza.
Nome e cognome.
G: Giorgio Zanga.
M: Mattia Noris.
Professione.
G: Lavoro con mio papà come geometra, abbiamo uno studio tecnico ad Albano Sant’Alessandro.
M: Io sono un impiegato logistico in un azienda di Grassobbio che si occupa di trasporti.
Ruolo e squadra nel calcio dilettantistico.
G: Centrocampista centrale nell’AlbinoGandino.
M: Ora sono appena passato al Mapello e faccio il difensore centrale.
La prima squadra in cui hai giocato.
G: L’Albano Calcio, squadra del mio paese.
M: La Torre.
Le maglie indossate nella carriera.
G: Sambonifacese (Serie D), Alzanocene (Serie D), Aurora Seriate (Serie D), Virtus Bergamo (Serie D), Mapello (Serie D), Scanzorosciate (Serie D), Caprino (Eccellenza), Zingonia Verdellino (Eccellenza), AlbinoGandino (Eccellenza).
M: Giovanili dell’AlbinoLeffe, poi sono andato al Caravaggio per tre anni, poi Eccellenza con Caprino, Casatese Rogoredo, Sondrio, AlbinoGandino, Cisanese (ma poco, per via della pandemia), ora ricomincio a Mapello.
Pronostico secco, quando torneremo tutti in campo?
G: Speriamo di vederci tutti ad agosto, per la preparazione.
M: Speriamo che, grazie alla campagna vaccinale, la piena regolarità possa tornare tra settembre e ottobre.
Lo sportivo preferito.
G: Javier Zanetti, ce l’ho tatuato.
M: Non ho uno sportivo a cui far riferimento, ma negli ultimi anni sto seguendo Lebron James.
Squadra del cuore.
G: Inter.
M: Inter, come il mio amico Giorgio.
La vittoria che ricordi più volentieri.
G: Inter-Sampdoria 3-2, gol all’ultimo minuto gol di Recoba.
M: Il 3-2 al Brianteo contro il Monza, quando vestivo la maglia del Caravaggio. Segnai su punizione al 90’.
I momenti più belli della tua carriera.
G: Posso ricordare la scalata ai play off con il Caprino nel 2017, ma ricordo anche i playout con l’AlzanoCene: arrivai nel mercato di dicembre, con la squadra a soli 8 punti, ma con un girone di ritorno incredibile sfiorammo l’impresa, seppur retrocessi, il ricordo indelebile è di un grandissimo gruppo forte ed unito in tutti i componenti e dirigenti.
M: Sono cresciuto molto a Caravaggio, dove per tre anni ho fatto la regola del giovane, poi ho girato un po’ l’Eccellenza, fino ad andare all’AlbinoGandino, società che mi ha dato serenità e in cui ho trovato un ottimo spogliatoio. Adesso sono al Mapello.
Ricordi quanti gol hai fatto? Ne hai mai fatti di decisivi?
G: Ho segnato 7 gol, ma nessuno decisivo.
M: Da difensore non li ho mai contati, però penso di avere un media di tre reti all’anno. Come blasone particolare, come detto sopra ricordo i gol al Monza, sia all’andata che al ritorno.
Un dirigente e un giocatore con cui avresti sempre voluto lavorare.
G: Mourinho, penso che in campo darei la vita per lui. Come giocatore Cambiasso, intelligenza di un altro pianeta
M: Come dirigente dico Moratti, per la classe. Come giocatore direi Puyol, senza dubbio uno dei migliori.
Dove è nata la passione per il ruolo che ricopri in campo?
G: Il sacrificio e la sofferenza per il gruppo mi riempiono di orgoglio e soddisfazione, credo che il centrocampista debba dare tutto e fare il lavoro sporco, poi a far gol ci pensano gli altri… Mi piace combattere li in mezzo.
M: Diciamo che mi è sempre piaciuto fare il centrocampista perché sono amante del bel gioco, ma da piccolo visto che la velocità non è il mio forte tendevano a mettermi dietro e sono diventato difensore. Posso dire che comunque mi sto togliendo lo stesso soddisfazioni e mi sto divertendo.
In ambito calcistico, qual è la tua ambizione?
G: L’ambizione è sempre arrivare alla massima categoria, è quella che ti tiene acceso, che ti tiene vivo ogni giorno, è quella che non ti fa pesare l’allenamento dopo una giornata pesante di lavoro.
M: Forse qualche anno fa pensavo ad altro, ma a 26 anni ormai, cerco stabilità, stare il più possibile in queste categorie, divertirmi e togliermi soddisfazioni, anche se a volte non è così, è difficile coniugare lavoro e sport. In qualsiasi categoria giochi il calcio è divertimento, serve per staccare dalla quotidianità e svagarsi.
Una persona a cui sarai sempre grato.
G: Su tutte Carlo Piraino, mio allenatore nel settore giovanile del Pergocrema, ero un adolescente e lui per me oltre ad un allenatore di calcio è stato un allenatore di vita, voleva farci crescere come uomini prima che come calciatori. E poi Oscar Magoni, mio allenatore alla Tritium in Serie C e successivamente alla Sambonifacese, il primo che mi ha inserito, e fatto un po’ da padre nel calcio dei grandi.
M: Oltre a tanti compagni di squadra, nomino Giorgio: siamo amici da tempo e tra noi cè un grande rapporto di stima e fratellanza. Come allenatore nomino Scarpellini, che mi ha insegnato ad approcciare in modo professionale al calcio e a non viverlo come un hobby.
Il sogno nel cassetto.
G: Essere un bravo padre nella vita. A livello sportivo lavorare per una grande squadra.
M: Arrivato a questo punto della mia carriera è vincere un campionato, visto che non ne ho mai avuto il piacere di vincerne uno.
Ricordi quando vi siete conosciuti?
G: Nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, eravamo abbastanza timidi diciamo, poi crescendo ci siamo ritrovati a Caprino in Eccellenza e da lì reputo Mattia come un fratello.
M: Ci siamo conosciuti nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, negli Allievi e negli anni a seguire, anche fuori dal campo.
Un pregio e un difetto.
G: Pregio direi la generosità e lo spirito di adattamento nelle varie situazioni. Difetto? Ogni tanto capita qualche colpo di testa…
M: Un mio pregio, un po’ presuntuoso, è la qualità calcistica, come difetto a volte sono pigro…
Un pregio e un difetto dell’altro.
M: Un pregio di Mattia è la forza di superare gli ostacoli brutti che la vita purtroppo dà, un difetto che è un po’ testardo ma sicuramente il più grosso difetto è il suo mancino (ride, ndr).
G: Gio non ha difetti, ha però un grande pregio: la professionalità e la capacità di far gruppo in ogni momento.
I calciatori più forti visti dal vivo sul campo.
G: Tommaso Morosini ai tempi della Virtus Bergamo. E poi come non citare l’ex Samp Bertani, quando si allenava con noi all’AlzanoCene.
M: Come avversario cito D’Errico, attuale centrocampista del Monza di Berlusconi: fortissimo. Come compagno negli anni a Caravaggio ho giocato con Rampinini, mezza punta davvero forte.
A quale giocatore professionista ti ispiri?
G: Capitan Javier Zanetti, senza dubbio.
M: Non ho molti idoli a cui ispirarmi, perché mi piace essere me stesso, però se devo dirne uno dico Sergio Ramos, il centrale più forte di tutti.
Chi è più forte?
G: Lui, a calciare le punizioni (ride ndr).
M: Sicuramente io (ride ndr).
Un ricordo.
G: Ricordo i viaggi pre e post allenamento a Caprino, sicuramente un anno indimenticabile.
M: Ne avrei tanti di periodi da citare, ma penso che gli ultimi tre mesi a Caprino siano stati i più belli: eravamo sempre insieme e ci siamo davvero divertiti molto.
Un pensiero sulla ripartenza dell’Eccellenza: sì o no e perché.
G: Credo che abbiano guardato ad altri interessi piuttosto che alla salute di noi ragazzi, del nostro lavoro e delle nostre famiglie, per questo mi sono trovato d’accordo con la scelta della mia società di non ripartire.
M: Chi ha ricominciato ha voluto dare un senso di normalità, anche se la normalità è lontana… Il pericolo virus è ancora tra noi, ma non penso sia lo sport dilettantistico il problema. Lo sport è importante per tutti per i valori che trasmette e spero che presto possa tornare tutto in sicurezza.
Un pensiero sulla pandemia.
G: Speriamo che tutto questo finisca, lo diciamo da un anno ormai. Ma ora più che mai c’e’ bisogno di rispettare le regole ed uscire da questa situazione.
M: Mi adeguo a ciò che dice gente sicuramente più preparata di me. Dico solo che nel nostro paese il tutto si poteva gestire meglio.
E’ il momento dei saluti.
G: Un saluto a tutti, torneremo presto in campo e sarà più bello di prima!
M: Saluto Giorgio, speriamo di vederci presto sul campo!
Mattia Locatelli