Libero, libero, mi sento libero, come in quella canzone di quello alto alto e bravo a cantare, ma di cui non mi ricordo il nome. E potrei anche svolazzare in casa, tipo una farfalla, oppure girare a zonzo come il ragnetto che mi guardava oggi in bagno. Con la giovane aracnide, garbata, bellina, lungona, siamo stati mezz’oretta accanto perché io mi stavo leggendo l’Atalanta, il Milan e l’Inter sulla Gazzetta dello Sport, e lui mi stava su un braccio a far la conta delle mie tantissime lentiggini. Poi gli ho detto: “Ok, ok, ma tu, gentile ragnetto, da dove arrivi? E ce l’hai il Green Pass per stare qui con me?”. E lui mi ha guardato male, mi ha fatto capire che questo tempo mi ha reso un po’ sfigato, duretto. Mi sono giustificato: “Perdonami, ragnetto carino, che tu lo sai che io lo so che un mondo è figo quando se ne sta senza confini né papel, ma ultimamente nel mio cuore è stato un gran casino, che non potevo uscire, che ero senza facce, senza gambe e senza voci e ho pensato pure se ne potesse morire”. Va beh, chissene, ormai è passata e poi il ragnetto carino manco mi ha risposto, Mi ha espresso il suo disappunto andandosene su una piastrella. E io, da un’ora, dopo dodici giorni di covid sono guarito, negativo. E domani abbraccio chiunque becco, uomini, donne, cani e gatti, mia mamma che è la ragazza stupenda che nel mio isolamento stava a portarmi la spesa, lasciandomela in cortile. Dalle 14 sono all’Adda a far carezze e faccio qualunque cosa, pure dei massaggi, e non chiedo soldi. Verso solo del vino bianco fermo.
Grazie a tutti, l’affetto sentito nel mio periodo Coronavirus è stato immenso, che oggi pure l’ex pres del Longuelo, Fabio, uno super, mi ha scritto per saperne. Non ci foste stati, mi sarei ammalato in modo grave, sarei finito sicuro in terapia intensiva. Invece sono stato sempre a posto, benino. Perché da lontano mi siete stati accanto, ora, però, vorrei che tutti mi stessero vicino vicino basciandomi duro, anche i miei amici vecchi vecchi e secchi secchi in una festa reggae che da domani organizzerò. Insomma viva la vita, abbasso la morte. Ma soprattutto viva la libertà.
Matteo Bonfanti