Ci sono i dribbling troppo insistiti, i passaggi filtranti sbagliati, la palla che sbatte sull’incrocio, l’occasionissima fallita da due metri, i calci di rigore sulla traversa e… le decisioni arbitrali che dividono. Succede in Serie A, capita in Eccellenza, in Promozione o in Terza categoria. E come non mettiamo in croce il centravanti che resta all’asciutto nonostante la sua squadra sia stata sempre all’attacco o il difensore che incappa in un autogol al 90′, l’intento di segnalare un fischio del direttore di gara che ha creato polemica non significa sparare addosso sulla giacchetta nera in questione. Per chi scrive l’obiettivo è quello di creare un piccolo dibattito sulla partita e su come si è sviluppata anche per via delle scelte fatte in un secondo scarso dal direttore di gara.
Dispiace per gli insulti arrivati all’idea del Moviolone, non fanno onore a chi li ha fatti, il mio intento non era affatto distruttivo nei confronti della classe arbitrale, dispiace per le pesanti critiche ricevute perché non rispondono alla mia personale idea del calcio dilettanti, che ho sempre trattato come quello professionistico, senza la minima differenza, a riprova le prime pagine del nostro giornale del lunedì, dove raramente compare l’Atalanta, più spesso il Valcalepio, la Gavarnese, la Trevigliese, il Verdellino Zingonia, il Villa Valle, il Pontisola, la Juventina Covo o l’Acos. Riassumo, i lettori dicono: non parlate di moviola nel calcio dilettanti, io rispondo che gli arbitri fanno parte del gioco, e vanno considerati come il portiere o come il centravanti, giudicati, ovviamente tranquillamente perché non sta morendo nessuno, per le prestazioni che fanno.
Come in Serie A ci sono rigori concessi che fanno parlare o penalty non visti, così in Prima o in Terza categoria, e credo che il bello del calcio sia anche la polemica e la discussione infinita sulla decisione arbitrale, se fosse o non fosse da prendere. Così come è giusto celebrare il Ciupa Confalonieri per la valanga di gol fatta in questa prima parte di stagione, penso sia sacrosanto dire che una partita è stata condizionata da un’espulsione discutibile o da un mani in area considerato volontario o involontario.
E poi c’è un’altra cosa, ben più importante, che è tutta spiegata in questa frase: non è quello che si fa, ma come. Negli articoli legati al Moviolone non ho scritto questo o quello è stato un erroraccio dell’arbitro, ma la decisione si è rivelata dubbia a chi l’ha vista dal vivo.
L’idea del Moviolone, come tante altre di questi anni, l’ultima quella di far giocare il big match dei dilettanti il sabato sera al Comunale di Bergamo, segue il percorso di dare la stessa dignità alla Serie A come al calcio provinciale, perché per chi scrive non contano i soldi che si prendono dal proprio club, ma l’impegno che si butta in campo. Piuttosto che gli insulti, avrei preferito ricevere i video che dimostrano che l’arbitro ha preso una cantonata oppure che la sua decisione è stata giusta e sacrosanta. Sempre consapevole che il pallone è un gioco. E proprio per questo le polemiche non ammazzano nessuno, ma divertono perché ci tengono il pallone accanto anche oggi, che è mercoledì, e sono già passati tre giorni dalle partite.
Matteo Bonfanti