Pro Patria – AlbinoLeffe 1-2 (1-0)PRO PATRIA (3-5-2):
Caprile 5,5; Molinari 5, Saporetti 6 (19′ st Sportelli 5), Boffelli 6; N. Pierozzi 6, Brignoli 6 (28′ st R. Colombo 4), Fietta 6, Nicco 6,5, Galli 6; Castelli 6,5 (19′ st Parker 5), Stanzani 5,5 (13′ st Piu 5,5). A disp.: 12 Mangano, 22 Bergamo, 2 Vaghi, 23 Ghioldi, 24 Giardino, 26 Zeroli. All.: Luca Prina 5,5 (squalificato, in panchina Massimo Sala).
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 6; Borghini 6,5, Saltarelli 5,5, Ntube 6 (12′ st Riva 6,5); Gusu 6,5, Gelli 7 (44′ st Poletti sv), Nichetti 6, Giorgione (cap.) 7, Tomaselli 7; Cori 5,5 (12′ st Galeandro 6,5), Manconi 7. A disp.: 12 Rossi, 22 Pagno, 8 Piccoli, 13 Berbenni, 18 Doumbia, 19 Ravasio, 20 Genevier, 24 Marchetti, 27 Miculi. All.: Michele Marcolini 6,5.
Arbitro: Gauzolino di Torino 7 (Pilleri di Cagliari, Morea di Molfetta; IV Luciani di Roma 1).
RETI: 11′ pt Castelli (P), 30′ st Galeandro (A), 38′ st Manconi (A).
Note: spettatori 443. Caprile para un rigore a Manconi al 38′ st. Ammoniti Nicco, Saporetti e Colombo per gioco scorretto. Tiri totali 6-22, nello specchio 2-9, respinti/deviati 2-7, parati 1-6. Corner 0-5, recupero 0′ e 5′.
Busto Arsizio (Varese) – Buona la prima di campionato, nonostante la strizza. Con tante grazie all’alleato che non t’aspetti, 158 partite in bluceleste condite da 4 palloni nel sacco fra 2003 e 2008. L’ex di turno Davide Castelli da Clusone pareva una sentenza. Le polveri bagnate dell’AlbinoLeffe in fase di finalizzazione, invece, sarebbero state una condanna auto-inflitta se non fosse stato per la rapacità del trio Manconi-Gelli-Galeandro, rubapallone sul disimpegno in orizzontale del volto noto Colombo, autore del diagonale che Caprile e Molinari trasformano in assist e pareggiatore alla mezzora del secondo tempo. Ma dalla tana della Pro Patria, vedi cifrette sciorinate tra le note del tabellino e i fatti succosi enunciati qui sotto, sarebbe stato un delitto uscire col bottino pieno, evitato dal regalino number two del veteranissimo che affossa i suoi col rigoricchio della remuntada concesso ai piedi del bomber Jacopo Manconi che sbaglia per poi infilare.
Rotta al decimo la calma piatta dalla punizione mancina di Galli respinta in tuffo da Savini dopo il falletto di Saltarelli sullo scippo storico da (quasi) diciassettenne del Villarreal, i seriani in kit rosso da trasferta si fanno bucare proprio da costui grazie anche al regalo infiocchettato dal perno stesso che gli offre la sponda – un tocchetto di esterno sinistro che ci si aspetterebbe da Dybala, ma verso la porta nemica – per la botta mancina a fil di palo entro i 16 metri sull’onda lunga della rimessa del prodotto viola Pierozzi. L’undici di Marcolini, senza scomporsi come da prammatica, va di schema da fermo in azione manovrata cominciando a guadagnare campo. Tutte centrali o lemmi, però, le conclusioni, vedi volée mancina di Manconi al quarto d’ora dettata dall’angolo da sinistra di Giorgione, in seguito suggeritore da calcio franco dalla trequarti per le svettate nello specchio ma a tiro di portiere altrui di Ntube (26′) e Cori (31′), in precedenza protagonista di un’incornata angolata quantunque debole suggeritagli dalla scodellata di Gelli allargatasi sul lato corto.
Di qua ci sono il sinistraccio alto in corsa di Stanzani dettatogli da Nicco al ventesimo e quindi il recupero in extremis di Borghini che impedisce di dire trentatré alla combinazione nello stretto tra Brignoli e il rompighiaccio dal core ‘ngrato. Se la cornice ai botta e risposta da taccuino è il poker di graffiate pretenziose quanto estemporanee, a metà tra Manconi e Giorgione, respinti dalla gabbia fuori area dei Tigrotti, per la ripresa il tecnico savonese si aspetta il killer instinct mancato nel primo tempo. Invece è addirittura del centrale Molinari la sveglia al confronti, entro il tris cronometrico, scagliandola in curva dalla lunga per non sapere leggere né scrivere. La cinquina trova la frustata sempre di parecchio oltre il montante del centravanti ospite, procurata la zolla al capitano sannita con giallo annesso a Saporetti; la decina qualcosa di ben più sostanzioso, leggi il lancio lungo e arcuato del ragazzo in mezzo al terzetto di difesa per Tomaselli, bravo soltanto a eludere il dirimpettaio spostandosela sul destro per la presa a terra non certo miracolistica di Caprile. Via via verso il più che meritato punticino in terra bustocca, lo schiaffone alto dell’uomo con la fascia al braccio (11′) appoggiato da Gusu, il radente dal limite del futuro match winner (14′) raccogliendo la respinta di omero di Galli sulla palla del rumeno, la delpierata di Gelli (18′) sulla scorta della percussione a due Giorgione-Mancioni lungo il fianco sinistro, la spizzata di Borghini (22′) sulla centrata da fermo del sannita e lo stinco dell’ex atalantino Boffelli per calare la saracinesca sul livornese imbeccato dal lungolinea di Nichetti corsa. Ed è l’ex sull’altra sponda a propiziare il pari nel tentativo di far ripartire i suoi da Fietta, col sestese là davanti a inchiodare l’1-1 praticamente sulla riga di porta. Quindi, la chance per ribaltarla, complice ancora il trentanovenne un tempo da queste parti che sgambetta Tomaselli, pescato dalle retrovie dalla sua mezzala destra, in ingresso dal lato sinistro, incrociando tra l’altro il compagno Molinari, per rigore respinto e ribattuta mancina di mezzo scavino dei 3 punti. L’esordio in casa del 2021-2022 ospitando il Sudtirol sabato prossimo (17.30) sarà probabilmente l’ultimo nell’esilio dorato dell’accoglientissimo “Città di Gorgonzola”. Santuario amico nelle precedenti due stagioni da playoff, prima del vernissage alla quarta contro il Mantova del nuovissimo impianto nel centro sportivo di proprietà a Zanica nel weekend del 19 settembre una settimana esatta dopo l’impegno serale a Fiorenzuola.
Simone Fornoni