di Matteo BonfantiVerdellino

“L’intera comunità si è stretta attorno a noi sostenendoci in questo momento terribile. Il desiderio che sentiamo come famiglia è quello di ringraziare le moltissime persone che ci sono state accanto in questo mese di dolore e che continuano a farlo, facendoci sentire l’immenso affetto che avevano per Leonardo e che hanno per la nostra famiglia”.
Parla così Filippo Cutrona, che per una volta non è il presidentissimo del super Verdello di mister Luzzana, ma un semplice zio con gli occhi bassi per nascondere le lacrime che a distanza di cinque settimane ancora scendono per via della perdita di un nipote adorato, Leo, il figlio della sorella Tina, un ragazzo splendido, che per il numero uno dei gialloverdi era come un figlio. Purtroppo la tragedia la conosciamo tutti: Leonardo Scarpellini, venticinquenne, mediano cuore e polmoni del Sabbio, persona splendida, dal sorriso contagioso, è morto sul lavoro giovedì 19 gennaio alla Volvo Truck Center di Zingonia. Leo era stato assunto a tempo indeterminato da una settimana. Era felice, forte, nel fiore degli anni e innamorato. “Siamo sette fratelli e siamo una famiglia molto unita. Ci troviamo spesso – racconta ancora Filippo Cutrona -. A Natale eravamo tutti insieme e Leonardo era contentissimo per il lavoro, la sicurezza raggiunta e l’idea di cominciare una vita con la sua fidanzata, il progetto era di cercare un appartamento per andarci a convivere. Leo era un ragazzo d’oro, anche con i parenti aveva un rapporto bellissimo, col padre, con la madre, con l’inseparabile fratello, con i miei genitori, i suoi nonni, con noi, che eravamo i suoi zii. Con me aveva instaurato un legame speciale, allegro, simpatico, ma pure molto rispettoso. Ci vedevamo e correva ad abbracciarmi, poi mi metteva la mano sulla spalla, mi diceva “ciao, zio” e mi raccontava come gli stava andando, i sogni che voleva realizzare”.
Filippo Cutrona è un uomo tutto d’un pezzo, titolare di una grande azienda lombarda e di un club calcistico tra i più importanti dell’intera provincia. Parlando con lui si capisce che è anche una persona dalla grande sensibilità. Non vorrebbe comparire in questo articolo, perché – mi spiega – le parole che mi sta dicendo sono quelle di tutta la grande famiglia di Leonardo. “Abbiamo sentito l’immensa vicinanza della popolazione bergamasca e del mondo del calcio, dei dirigenti e dei calciatori del Sabbio e di tantissime altre squadre. Alla veglia funebre, che era privata, c’era un muro umano, si sono presentate cinquecento persone, al funerale quattromila. L’affetto di tutta questa gente, le moltissime persone che conoscevano Leonardo, ci ha dato un’immensa forza per andare avanti. Perdere Leo è stata un’immensa tragedia, ancora ne sentiamo le ferite. E in questo momento la nostra esigenza è ringraziare ogni persona, una ad una, che si è accorta della nostra difficoltà, facendoci sentire in questo mese la vicinanza e l’immensa solidarietà. I bergamaschi sono una popolazione dal cuore grande, che si muove in massa quando vede che qualcuno sta soffrendo. Succede oggi con noi, capita sempre quando c’è un terremoto. I bergamaschi sono sensibili, buoni. Ci ha colpito tantissimo anche l’immensa dolcezza nei nostri confronti dei più giovani, le loro parole. Si parla tanto che i ragazzi di oggi non hanno più valori, che sono diventati senza cuore, noi abbiamo vissuto il contrario. Moltissimi ci hanno fatto sentire costantemente il loro calore”.
Leonardo era un ragazzo straordinariamente amato. “Era solare e dall’animo buono. Penso che il suo segreto fosse la sua immensa voglia di imparare unita a una naturale voglia di vivere. Era così nel calcio come sul posto di lavoro, ascoltava e dava sempre il massimo con l’immancabile sorriso sulle labbra. Leo ci manca tantissimo, anche se credo che il vero vuoto lo sentiremo nei prossimi mesi, quando tutto si calmerà e vedremo la sua sedia vuota nei pranzi di famiglia, che lui animava con i suoi racconti felici. Il fratello Alberto sta reagendo bene, tra i due c’era un legame fortissimo ed eravamo preoccupati per lui, avevamo il terrore di vederlo sprofondare nella tristezza. Tina, mia sorella, mamma di Leonardo, e Domenico, il papà, ce la stanno mettendo tutta per non crollare. E’ stato un colpo fortissimo. Grazie ancora a chi c’è stato vicino e continua a starci accanto. Grazie al mondo del calcio, all’intera popolazione, grazie di non averci mai lasciati soli”.