Da oggi fino lunedì 26 giugno Bergamo & Sport dedica uno spazio settimanale alla Legge Spadafora, riforma che di fatto cambia totalmente il modo di organizzare le nostre società calcistiche sia nell’ambito fiscale che in quello previdenziale. Nell’obiettivo di aiutare i nostri club, alle prese con regole del tutto nuove e pure un po’ complesse, abbiamo coinvolto alcuni grandi professionisti dell’argomento lavoro che rispondono e che risponderanno ai quesiti dei nostri lettori (chi vuole può scrivere a bergamosport@gmail.com o via cellulare al 340 8605833). I nostri esperti, il commercialista Roberto Mazzoleni dello Studio Mazzoleni & Partners, amministratore delegato del Villa Valle, Mauro Carminati e Ottone Mesti, il secondo che è il ds del Ranica, entrambi che sono colonne di Temp Job e la consulente del lavoro Nicoletta Baroni saranno anche tra i protagonisti della serata del 20 giugno, “Tutto sulla legge Spadafora”, evento fissato alla Casa dello Sport di Bergamo,  con il nostro direttore, Matteo Bonfanti, e il consigliere regionale della Lnd, Gianlauro Bellani al tavolo dei relatori già citati. Inizio alle 20.30, ovviamente siete tutti invitati, con una piccola richiesta, visto che la Sala Fausto e Angelo Radici ha cento posti, se desiderate partecipare, prenotatevi scrivendo a bergamosport@gmail.com oppure via cellulare, al 340 8605833. Le società saranno parificate alle aziende?

Se la domanda verte sull’organizzazione contabile ed amministrativa è chiaro che più la società sportiva dilettantistica ha dimensioni maggiori (in termini economici), più deve dotarsi di una struttura in grado di eseguire gli adempimenti richiesti da legge. Non dimentichiamoci che già da tempo le realtà sportive dilettantistiche possono operare nella veste giuridica di S.S.D. che di fatto obbliga al rispetto di tutto gli adempimenti civilistici delle S.R.L. Da un punto di vista fiscale, invece, continuano a rimanere in capo al settore sportivo dilettantistico tutte le agevolazioni previste dalla legge 398/91 che non è stata toccata da questa ultima riforma.

Già ora gli adempimenti burocratici sono già tanti. Quali sono nello specifico quelli nuovi?
Da un punto di vista burocratico, il maggiore impatto della riforma è convogliato sul tema del trattamento dei compensi sportivi dilettantistici. In questa fase iniziale sarà anche importante mappare l’intera struttura organizzativa del sodalizio partendo dallo statuto sociale che andrà adeguato alle nuove normative.
E perché si parla di una riforma che porta i dilettanti a diventare quasi professionisti?
I calciatori dilettanti non rientrano nella norma dal punto giuslavoristico, in quanto sono considerati lavoratori sportivi. Attenzione al limite orario delle 24 ore settimanali ESCLUSE LE COMPETIZIONI SPORTIVE. A questo vincolo si aggiunge il vincolo dell’importo dei compensi.

Come cambia la norma del rimborso spese? Ci sarà ancora? E’ vero che per club che danno ai propri tesserati rimborsi sotto i cinquemila euro non cambia niente?
Premesso che con la riforma in atto, a far data dal 01.07.2023, entra definitivamente in vigore l’abrogazione dell’art.67 co.1 lett.m) TUIR – art.52 co.2-bis (= abolizione della figura ibrida dell’amatore), viene operata una netta distinzione tra prestazioni di lavoro e di volontariato (art.29 del Decreto Legislativo 36 del 28.02.2021). Questo significa, in estrema sintesi, che si possano profilare i seguenti casi:

  • Rimborso spese documentato ed analitico (=vitto, alloggio, viaggio, trasporto sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale di residenza) ammesso solo per volontariato puro (attenzione la prova della gratuità della prestazione è a carico dell’associazione);
  • Compensi inferiori a 5.000 e. – non è prevista alcuna imposizione fiscale né previdenziale;
  • Compensi compresi tra 5.000 e. e 15.000 e. – non è prevista alcuna imposizione fiscale; a livello previdenziale è previsto un assoggettamento alla contribuzione ordinaria del 50% dell’imponibile fino al 2027;
  • Compensi di entità superiore a 15.000 e. – assoggettamento alle aliquote ordinarie fiscali; a livello previdenziale è previsto un assoggettamento alla contribuzione ordinaria del 50% dell’imponibile fino al 2027.

Attenzione: quanto sopra vale solo per i «lavoratori sportivi» così come definiti dall’art. 25 del D.Lgs. 36/2021, che effettuano delle prestazioni di durata inferiore alle 18 ore settimanali (escluso il tempo dedicato alla partecipazione a manifestazioni sportive). Se il soggetto effettua prestazioni per più di 18 ore settimanali la normativa presuppone che si tratti di lavoratori subordinati a tutti gli effetti (con i conseguenti adempimenti da espletare). In effetti, al di là degli aspetti prettamente economici di cui sopra, sarà compito delle ASD definire con cura tutti gli addetti ad oggi qualificati come tesserati, e non operare delle generalizzazioni.

Con la legge Spadafora si alzeranno le quote del settore giovanile. Si passerà dai 300 euro di oggi ad atleta ad almeno i 1000 euro all’anno…
La legge porta davvero a un maggiore costo per le famiglie? E, se sì, perché? Il tema posto è relativo all’abolizione del vincolo sportivo e cioè, in concreto, dalla possibilità che le società sportive avevano, sino ad oggi, nell’investire sul capitale del settore giovanile per avere poi ritorni dall’utilizzo dei propri tesserati-vincolati. La riforma da la possibilità alle singole federazioni di regolamentare tale abolizione, bisognerà quindi attendere i provvedimenti federali per poi valutarne le conseguenze.

E’ vero che i calciatori dovranno chiedere il permesso al principale del loro posto di lavoro per giocare in una squadra? E se sì, perché?
Per rispondere a questa domanda rimando anche a quanto risposto alla domanda n.15 (=superamento delle 48 h. di lavoro subordinato settimanale) e in aggiunta specifico che esistono specifiche disposizioni previste per i DIPENDENTI PUBBLICI dall’art.art.25 co.6 del D.Lgs. 36/2021, che stabilisce che possono prestare la propria attività nell’ambito delle società e associazioni sportive dilettantistiche fuori dall’orario di lavoro dell’amministrazione di appartenenza se si tratta:
– di ATTIVITÀ GRATUITA, previa comunicazione all’amministrazione di appartenenza;
– di ATTIVITÀ RETRIBUITA, previa autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza.

Questa nuova riforma metterà in ginocchio le società che già non se la passano bene. Come aumenteranno i costi? E per quale voci?
Se consideriamo i termini precisi con i quali il D. Lgs. 36/21 definisce il lavoratore sportivo, le presunzioni in merito al lavoro subordinato ed i limiti reddituali di imposizione fiscale e contributiva delineati, in generale posso rispondere affermativamente (soprattutto in considerazione dei contributi inps/inail richiesti, ma anche in merito agli adempimenti amministrativi da svolgere). Per rispondere a come aumenteranno i costi e per quali voci si rende necessaria un’attenta analisi delle singole realtà. E’ davvero difficile generalizzare con delle percentuali.