AlbinoLeffe – Alessandria 2-0 (0-0)
AlbinoLeffe (4-3-1-2): Offredi 7; Ondei sv (20′ pt Geroni 6,5), Moi 7, Allievi (cap.) 6, Cortinovis 5,5; Maietti 7, Taugourdeau 6, Gazo 6; Vorobjovs 6,5 (36′ st Calì sv); Momentè 8 (45′ st Personè sv), Pesenti 6,5. A disp.: Amadori, Barzaghi, Nichetti, Aurelio. All.: Pala 7.
Alessandria (3-5-2): Nordi 5,5; Sosa 6, Ferrani 6, Terigi 5; Spighi 6 (14′ st Scotto 5), Mezavilla 6, Obodo 6, Cavalli (cap.) 6,5 (15′ st Taddei 6,5), Sabato 5,5 (37′ st Nicolao sv); Guazzo 5,5, Marconi 6. A disp.: Poluzzi, Valentini, Mora, Vitofrancesco. All.: D’Angelo 5,5.
Arbitro: D’Apice di Arezzo 7 (Dal Borgo e Moraglia di Verona).
Reti: 6′ e 8′ st Momentè (Al).
Note: serata parzialmente nuvolosa, spettatori 1.192 di cui 178 paganti (incasso 2.228 euro) e 1.014 abbonati (quota partita 886 euro). Ammoniti Gazo e Marconi. Corner 2-3; recupero 2′ e 5′.
Bergamo – Doppio Momentè e l’AlbinoLeffe demolisce l’Alessandria, per la prima volta a bocca asciutta (15 gol in 9 partite). Dopo il mercoledì da leoni in coppa con la vittoria ai rigori di Monza, ecco il Saturday Night Match che vale la seconda affermazione (a distanza di un mese dall’altra, ottenuta proprio contro i brianzoli) in un girone A di Lega Pro che finalmente conosce un po’ di respiro (nono punto in dieci giornate). Con mille grazie e un monumento al cavallo di ritorno del calciomercato estivo, fin qui capace di firmare tutti e quatto i gol dei Pala-boys in un campionato dalla fase offensiva asfittica.
A differenza del solito la fase di studio viene bellamente saltata e si passa subito ai rovesciamenti repentini di fronte. Al 6′ la punizione centrale di Obodo s’infrange sui guantoni di Offredi, mentre la combinazione tra l’ex atalantino Marconi e Guazzo (12′) sfocia nel destro altissimo del secondo. Pesenti, sbloccatosi al “Brianteo”, riesce a sbucare al quarto d’ora sul lancio di Gazo, optando però per la botta dritta alla Raducioiu. A ruota, invece, Spighi inquadra il mirino e Offredi deve sfoderare la prima risposta importante del match. Al 22′ – mentre Ondei, infortunato, deve cedere il posto a Geroni con conseguente arretramento di Maietti – l’ala dei piemontesi la colpisce ancora, stavolta al volo, sfruttando la sovrapposizione mancina con cross del capitano Cavalli: il Gigante di Strozza abbranca sulla linea. Nel primo tempo anche i seriani ciccano la chance della vita, perché sull’apertura dal vertice sinistro di Taugourdeau al 31′ Pesenti e soprattutto Momentè – appostato davanti al secondo palo – si esibiscono nel ballo del liscio. Un giro di lancetta e il bomber di Fara d’Adda innesca l’inserimento di Vorobjovs, che esibisce in uno stop con sinistro a seguire vanificato in corner (la palla scheggia il legno) dalla deviazione della coppia centrale in giallonero (kit da trasferta dei grigi). In attesa dell’intervallo, un brivido anche dall’altra parte (42′) con la girata pigra di Guazzo, servito dall’out da Terigi.
Nella ripresa, sventato il nuovo pericolo firmato Spighi (4′) – lanciato da Obodo, paratissima di Offredi -, arriva il vantaggio a opera dell’ariete di Jesolo che sfrutta il rilancio di Moi dalle retrovie, brucia sul tempo Terigi e fa secco Nordi in diagonale. I fatti più succosi accadono a un amen: il portiere bluceleste salva ancora sul tiro in corsa di Guazzo – smarcatosi grazie all’assist di Mezavilla – facendosi aiutare da Maietti a sventare la minaccia, e sul ribaltamento la massiccia punta veneta, grazie alla sponda di tacco di Pesenti, esplode il sinistro del raddoppio che sorprende l’estremo avversario. C’è tempo per qualche occasioncella sui due fronti. Al 27′ Offredi cala la saracinesca sul mancino da fuori di Taddei, al 29′ Vorobjovs riceve il lob di Geroni sbagliando la misura del pallonetto, poi ancora il nuovo entrato si vede respingere il tiro a giro dalla destra. Nel finale, Calì (40′) non centra di poco il bersaglio, Momentè getta alle ortiche il contropiede gestito da Geroni (42′) e Personè alza troppo il tap in sul no di Nordi al destro dal limite di Pesenti. Per i blucelesti, adesso, c’è la trasferta di venerdì 31 a Bolzano.
Simone Fornoni