Dalle due alle quattro mensilità
in meno, ovvero il taglio di un sesto della “retribuzione annuale lorda” se si ricomincerà a giocare fino a un terzo se invece la stagione dovrà arrendersi alla pandemia di Coronavirus. Queste le decisioni, alias accordo, assunte dalla Lega Nazionale Professionisti di Serie A in seguito all’Assemblea plenaria di oggi, lunedì 6 aprile 2020, in videoconferenza.
Giocatori, dunque, destinati alla rinuncia forzata di almeno due stipendi ciascuno, fatto salvo che gli accordi – presi dalla Juventus anticipatamente, al di fuori del confronto interno alla Lega di Serie A – sono rimandati ai club coi rispettivi tesserati. L’Associazione Italiana Calciatori aveva auspicato il taglio di un solo mese, mentre le società premevano a prescindere per quattro, ovvero l’extrema ratio se l’annata agonistica 2019-2020 non dovesse riprendere.
Quanto invece alla ripresa dei campionati, nel comunicato ufficiale scaricabile e leggibile QUI l’organismo di rappresentanza delle squadre della massima serie presieduto da Paolo Dal Pino afferma di volersi confrontare sul tema con l’Uefa e con l’Eca, vale a dire l’ente che difende gli interessi dei 280 club che disputano le competizioni europee. In stretta osservanza, ovviamente, delle regole e dei dispositivi dei vari governi, che sono 55 e potrebbero non essere omogenei, sulla base dell’evoluzione della pandemia a livello comunitario.