Cagliari – Atalanta 1-2 (1-2)
CAGLIARI (3-5-1-1): Cragno 6,5; Zappa 6,5 (44′ st Farias sv), Godin 6,5, Carboni 6; Bellanova 6 (38′ st Pereiro sv), Marin 6, Deiola 5,5 (1′ st Grassi 6), Strootman 6 (15′ st Pavoletti 5,5), Lykogiannis 6; Nandez 6; Joao Pedro 6,5. A disp.: 1 Aresti, 31 Radunovic, 15 Altare, 33 Obert, 21 Oliva. All.: Walter Mazzarri 6.
ATALANTA (3-4-3): Musso; De Roon, Demiral, Palomino; Zappacosta, Koopmeiners (18′ st Lovato), Freuler (47′ st Pessina), Maehle; Pasalic (47′ st Pezzella); Malinovskyi (18′ st Ilicic), Zapata, Pasalic. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 19 Djimsiti, 42 Scalvini, 59 Miranchuk, 9 Muriel, 99 Piccoli. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Piccinini di Forlì 5 (Rossi di Rovigo, Mastrodonato di Molfetta; IV Santoro di Messina. V.A.R. Chiffi di Padova, A.V.A.R. Lo Cicero di Brescia).
RETI: 6′ pt Pasalic (A), 27′ pt Joao Pedro (C), 43′ pt Zapata (A).
Note: ammoniti Godin e Koopmeiners per gioco scorretto. Tiri totali 6-20, nello specchio 1-7, respinti/deviati 1-5, parati 0-5. Var: 5. Corner 2-8, recupero 1′ e 5′.
Cagliari – Di misura e regalando l’1-1 a metà primo tempo, ma all’Atalanta, che se ne fa bastare uno buono, interessava soprattutto il risultato sul campo del Cagliari fanalino di coda. Produrre tanto per ottenere il minimo necessario sembra essere il nuovo leitmotiv, un atteggiamento zavorrato dalla sufficienza palesata nella ripresa, bastato comunque a prendersi il quarto posto in solitario fino all’ora di pranzo di domenica con la duecentesima vittoria di Gian Piero Gasperini in serie A in carriera: in calendario Venezia-Roma, la classifica recita 22 a 19 sui giallorossi.
All’Unipol Domus si comincia dallo sfondamento centrale di Malinovskyi con Zappa a tagliare la linea di passaggio per Zapata, segnale incoraggiante cui segue la grande manovra col colombiano a ricevere dal duo svizzero-ucraino per allargare a Zappacosta: da lì il tracciante verso Pasalic che spunta davanti al secondo palo e insacca indisturbato. Il forcing prosegue fino a sfociare nella svettata a campanile di Palomino (17′), disturbata dall’uscita di pugno di Cragno in anticipo e accarezzata dall’aspirante doppio assistman sugli sviluppi del secondo corner. Nella stessa specialità si cimenta anche l’apripista un poker di lancetta più tardi, prendendo l’ascensore sulla punizione da sinistra di Koopmeiners, ma la mira è difettosa. Ci vede invece benissimo il Toro di Cali, che al 23′, raggiunto da Freuler, si gira senza impegnare troppo il portiere di casa. Altre prove tecniche di raddoppio in capo a due minutini, quando il baluardo rossoblù si oppone al sinistro ravvicinato del centravanti sull’uno-due col mancino olandese e Bellanova mette la pezza a protezione della riga. Non chiuderla dopo aver giocato da soli significa riaprirla, perché Godin lancia lungo di sinistro Joao Pedro in una corsia autostradale lasciata sguarnita dal casellante De Roon, Demiral non chiude e anzi c’è la sua deviazione in estirada sul diagonale mancino del brasiliano che si trasforma nella seccata dritta.
Scollinata la mezzora ci prova anche il ciociaro in corsa allargando il destro sull’apertura del croato, quindi Zappa, riciclato da centrale di destra come lui, stoppa la diga di Zwijndrecht a rimorchio di Malinovskyi (36′). Non si rifiata mai. Poco dopo Marin in disimpegno tira una manata in faccia a Maehle e a un tris dalla pausa il migliore in campo approfitta di un borseggio del nazionale rossocrociato a Carboni e del conseguente la accentrandosi da destra di RoboKoop, un’altra prestazione di sostanza e qualità dopo quella con lo United, per sistemarsela sul sinistro da centro area piazzandola verso l’angolo lontano a dispetto della smanacciata della disperazione dell’azzurro. In avvio di ripresa, per fortuna, la seconda distrazione della serata non produce il secondo pari, grazie alla mira storta dell’ex milanista in prestito dal Bordeaux, ex di turno insieme a Radunovic, sul suggerimento da sinistra di Strootman: bordata in curva e sospiro di sollievo bergamasco. Che per l’intromissione non ortodossa della tecnologia (l’arbitro fischia il rigore subito e ci ripensa) non si tramuta in esultanza al 14′, a tre giretti di cronometro dopo la carica con calcetto di Carboni a Pasalic dopo la conclusione smorzata (da Lykogiannis) di Zappacosta, servito di testa dal trequartista dell’Est: check e Var, Piccinini va a rivedere e opta per il contatto sullo slancio a sfera toccata. I rischi proseguono col tentativo di Marin (22′), che sgancia larga la frettolosa berta da lungi nel tentativo di risolvere il flipper innescato dal secondo angolo locale.
Il ritorno di Mazzarri al 4-4-2, addizionato dello spauracchio Pavoletti, non produce granché. Ma i sardi possono sperare finché la squadra di Gasperini non sfrutta le occasioni per fare il terzo, leggi Ilicic che servito da Lovato trova la sterzata sul greco e il colpo di reni del fenomeno in porta, e SuperMario che in elevazione spreca la scodellata da sinistra dello sloveno, residuo del quinto tiro dalla bandierina. L’ex ariete gasperiniano dei tempi del Genoa, infatti, non firma il 2-2 perché l’imbucata di Marin gli trova solo il tacco, e c’è da preoccuparsi per la ripartenza locale lisciata dall’ex Verona che consente a Bellanova di allungare da sinistra. Ibidem il battistrada, fermato da Cragno sullo smarcamento del solito colombiano, col risultato che Pavoloso dall’altra parte ha modo e tempo di incornare il pallone da sinistra del compagno di linea (38′). Il rettangolo magico è più in basso ed è proprio lì che Zapatone prova a metterla (41′) senza fare i conti con la difesa nemica del legno di competenza, mentre San Giuseppe non fa il miracolo né su azione né dalla mattonella conquistata per il fallo di Nandez telefonando al tizio coi guanti. Lo sciupio va avanti fino al gong: al 2′ di recupero Grassi devia il tiro a rientrare del pendolino ciociaro, l’unico ad azzardare al contrario di Ilicic e Pasalic, ingrati verso un Ternero consumatosi dai rientri e dalle rincorse per far salire quelli con la stessa maglia. Lontano da Bergamo tutto sorride: sedicesimo punto sui diciotto disponibili, qualcosa di impressionante. Il prossimo passo sarà la concretezza, accoppiata magari a un rendimento degno tra le mura amiche, ma sulle scorie della mezza delusione di Champions col Manchester United qualcosa s’è pur costruito.
Simone Fornoni