Carnesecchi 6,5:

la sua uscita per viole nel finale di primo tempo poteva costare carissima, ma è la difesa a non salire per mettere offside Tameze. Fa il suo sull’azione dello svantaggio ed evita tre volte il tris di casa.

Djimsiti 5: non benissimo l’1-1 passato sulla sua zolla, tanto che il Gasp lo inverte con De Roon. Oltre a una sponda per Retegui, però, non fa. Giallato sull’imprendibile Adams.
Hien 6: mano sulla spalla di Ricci lì in mezzo ed è giallo, ma poco prima gli si era opposto con la faccia. In anticipo se la cava sempre, ma non ha i poteri sovrannaturali per tappare tutti i buchi (25′ st Palestra 6,5: il fiato supplementare in corsia, ma a quanto pare dopo Bellanova gli prendono Cuadrado. Starà a lui ritagliarsi minutaggio lo stesso).
De Roon 5: si dannerebbe l’anima per l’Atalanta, ma anche spostandosi a braccetto destro non sposta gli equilibri sbagliando i tempi sul fuorigioco e non presidiando il territorio come suo solito.

Zappacosta 6: esordisce sbilanciando Lazaro in diagonale sulla prima chance di casa e prosegue col traversone per rompere il ghiaccio. Ne ha un altro paio di seconda prima di finire la benzina, a sinistra più che sul lato preferenziale.
Ederson 5: sciupa l’occasione precoce del vantaggio per poi lasciarsi sfuggire Ilic sull’1-1. E chi fa l’assist nella grande manovra granata della rimonta? Può fare il 2-2 ma non lo fa. Giornataccia (40′ st Manzoni sv: ha la palla buona all’esordio in A ma c’è Zaniolo in traiettoria).
Pasalic 6: rimedia un giallo cervellotico per il cranio a cranio con Linetty senza per questo rinunciare al gradito ruolo di rubapalloni nei frequenti contrasti. Sbuca invano da palla inattiva nella ripresa e, ovviamente, pesa come un macigno il rigore sbagliato del possibile punticino per non parlare dell’ultimo diagonale. La prestazione è di livello e non merita l’insufficienza, ma il cinismo dov’è?
Ruggeri 6: non fa saltare sulla sedia anima viva dallo stupore, ma neppure entusiasma per coraggio e assunzione di responsabilità e iniziative. Costretto a fare il braccetto perché, chissà per quale motivo, Godfrey in difesa non deve e non può giocare.

De Ketelaere 6: tende a rientrare per cucire il gioco col risultato di avviare il contropiede della palla gol di Ederson. Bravo a far gioco, e ne fa tantissimo, parte però troppo da lontano per essere lucido in area. Killer instinct assente, non c’è verso nemmeno con le inzuccate, perché la sua prende il palo (40′ st Cassa 6,5: indovina la giocata del 2-2 che Pasalic non converte. Ed è al secondo spezzone: giocatore dal ruolo indefinito, vanga la fascia con autorevolezza ma sarebbe più un esterno alto da schema classico).
Brescianini 5,5: centrocampista sovrannumerario o trequartista che dir si voglia, sforna per il suo centravanti la seconda palla buona e poi sparisce (8′ st Samardzic 6: molla una pallonessa a CDK che prende di testa il secondo legno di giornata, provandoci anche di suo. Gioca a piede invertito senza riuscire a incidere o a inventarsi granché, anche se è sempre sul pezzo, ben addentro la partita, da rifinitore d’istinto).

Retegui 6,5: vive spalle alla porta finché non gliela fanno puntare. Una volta gliela prendi, la seconda no, specie se gli viene pennellata sulla fronte per la frustata secca. Anche se la traversa gli nega il pareggio, non è che combini granché quando la squadra si fa raggiungere e va sotto (25′ st Zaniolo 6: di testa e di piede, mira fallata, ma mai occasioni semplici. Nel finale la dà al jolly croato che non chiude bene il tiro).

All. Gasperini 6: dopo un bel po’ che i suoi sono andati sotto, messo già Samardzic opta per il terzetto dietro De Roon-Djimsiti-Ruggeri per poter inserire Palestra e Zaniolo. Solo lui può sapere perché Godfrey, un difensore, non debba e non possa fare il titolare a dispetto delle magre dovute all’infermeria (Kolasinac, Scalvini e Toloi; altrove, Bakker, Sulemana e Scamacca, più il ribelle Koopmeiners e Lookman), costringendo De Roon a metterci dietro la pezza che per una volta non sa e non può cucire. Lasciamo stare la scelta del rigorista: chi è sicuro e ha coraggio dovrebbe farsi avanti al di fuori delle gerarchie. La strategia è limitata dalle troppe assenze, ma il punto è buttarla dentro e possibilmente non beccare. Il mercato lo sta penalizzando e Brescianini non è Koopmeiners, nonostante la doppietta di Lecce.