Dalle pagelle della fuoriuscita dalla Champions League nel knockout round col Club Brugge non è che qualche big dell’Atalanta esca proprio a testa alta. Ederson in primis e poi Toloi hanno responsabilità nella scarsa tenuta della fase difensiva nel primo tempo, a conti fatti decisivo per l’esito finale del playoff di ritorno. Zappacosta trova ancora l’assist come all’andata a Pasalic, con Lookman a riaprire le speranze un po’ timide poi sfumate dal dischetto.

Carnesecchi 5,5: si può fare di più. Niente pezze nemmeno sul secondo gol da ribattuta in mischia. Nessuna parata vera.

Toloi 5: sarà che i buoi sono già scappati a Ederson, ma sul raddoppio entra molle per un contrasto perso in partenza. Nel finale perde la brocca, anche se pesantemente provocato.
Djimsiti 6: nessuna colpa specifica, perché la fascia destra è presa d’infilata e sono sempre le ali a creare scompiglio.
Kolasinac 5,5: sbaglia il possibile vantaggio di testa, sullo svantaggio è lontano da colui che dovrebbe marcare e poi non riesce a mettere la pezza sugli sbreghi altrui. Forse era lui da tenere da carta di riserva? Facile, a paniere bell’e rovesciato sul pavimento con tutta la covata (32′ st Posch sv).

Cuadrado 6,5; se la fa prendere da Mechele da zero metri nell’azione in cui già Zappacosta e Pasalic avrebbero potuto, anzi dovuto dimezzare il gap, ma ci crede sempre, sforna pallonesse a sferro e soprattutto si procura il rigore (30′ st Bellanova sv).
Ederson 5: Jashari gli sfila via come i grani del rosario, ma c’è di più, anzi c’era in origine, perché colui che lo guarda a vista, Vanaken, è libero di pescare la corsetta in navata dell’uno a zero ospite (38′ st Brescianini sv).
De Roon 6: cerca la botta respintagli dal muro dopo aver provato a servire il pari a Retegui nel taglio all’intersezione della lunetta. Combatte, sbuffa e ribalta il fronte, ma più di tigna che di raziocinio.
Zappacosta 7: l’unico che non ammaina mai bandiera bianca, l’unico non attaccante a provarci più di tutto il reparto messo insieme, sia in termini di servizi che di tentativi in proprio. Assistman due volte tra le Fiandre e la Maresana, lui la sua qualificazione se la meritava tutta.

Pasalic 5,5: due incursioni aree con poca convinzione senza stoppare mai i ribaltamenti del fitto centrocampo belga, con tre uomini a sbarramento in fase di non possesso (1′ st Lookman 6,5: vivace, in voglia e più pronto di Kolasinac, al ritorno dopo tre settimane gli manca solo la freddezza dal dischetto).

De Ketelaere 5: troppo poco, anche spostandosi a sinistra, perché se magari talvolta cuce il gioco tra i reparti non inventa alcunché di suo e di fronte ad avversari, in qualche caso (Mechele) compagni e quasi fratelli, col sangue agli occhi, tende a perdere la trebisonda.
Retegui 5,5: segna in offside e poi prova a pungere senza farlo. Paga, al redde rationem numero 1 di una stagione straordinaria (23 al quoto), l’assoluta mancanza di un backup degno di nota (30′ st Samardzic sv).

All. Gasperini 5,5: col senno di poi è pieno di saggi e di “ve l’avevo detto”, ma certo confidare nel veterano Toloi ha voluto dire perdere i duelli di slancio da quella parte per farsi infilare dall’altra o al centro. Ancora più arduo sostenere che se Lookman fosse partito dal kick off sarebbe finita diversamente, perché quando dalla cintola in giù per un tempo intero non funziona niente la colpa non può essere dell’allenatore. Questa, però, era da vincere. Ora nello scudetto ci crederà anche lui.
Si.Fo.