Spagellando l’Atalanta vista alla Veltins Arena in Champions contro lo Shakhtar, emergono due protagonisti assoluti, il primo purtroppo per il solo primo tempo aprendo lo score, Berat Djimsiti e Davide Zappacosta. Bene anche Ademola Lookman.
Carnesecchi sv: uscite d’ordinanza e nient’altro, perché almeno una volta la scarsa mira ucraina lo grazia.
Kossounou 6,5: farsi male non è una colpa, qualche amnesia qua e là forse sì. Alla fine gli Scorpioni rischiavano di pungere la volta che hanno evitato la sua zolla. Stupenda la diagonale su Marlon dopo mezzora, pareva Bellini reincarnato (38′ st Godfrey sv).
Djimsiti 8: il difensore perfetto finché non gli balla l’anca, la apre di destrezza e tempismo da scassinatore delle difese degli altri. Il falso nueve girevole di Pusic non avrebbe mai potuto metterlo in crisi col senso del piazzamento che possiede (1′ st Pasalic 6,5: dalla mediana non rinuncia a spingersi sfornando buoni palloni, anche per se stesso).
Kolasinac 7: primo tempo eccezionale culminato nell’assist che la mette in ghiaccio, a cui fa da contraltare una ripresa a remi tirati in barca soffrendo un po’ di più dalla sua parte.
Bellanova 7: che pallonesse dall’out nel primo tempo, e che gol da attaccante aggiunto! Non sempre continuo, ma specialmente sugli scarichi è un martello (30′ st Cuadrado 6: compitino con due accelerazioni).
De Roon 7: gran recuperatore di palloni più che ribaltatore del fronte, arretra nella ripresa per esigenze numeriche senza tirarsi indietro.
Ederson 7: corre talmente tanto da fondere il contachilometri perdendo qualche giro nel finale, altrimenti col piffero che avrebbe spero il cartellino su un Bondarenko qualsiasi.
Zappacosta 8: in Champions ha forza ed energie da spendere da attaccante puro, altro che laterale a tutta fascia. Dietro, è maestro nell’anticipo, pure in gioco aereo. Davanti, uno chef che ne sforna di ogni e per poco non ne mette una in proprio. L’assist a Bellanova assomiglia un po’, anche se la distanza è più dilatata, a quello di Rivera a Prati quasi dal fondo nella finale di Champions Milan-Ajax del ’69.
Samardzic 7,5: serpentine e duetti, porta presa di mira e compagni trovati a occhi chiusi. Se in fase di non possesso irrobustisce fisico e attitudini, qui siamo al cospetto di un Koopmeiners atto II.
De Ketelaere 6: si sacrifica in un lavoro oscuro, da tenuta della trincea offensiva e da scarichi, azzeccando un paio di tagli ma non la mira. Ne sbaglia un paio, di piede e di testa (15′ st Zaniolo 6: braccio largo su Kryskiv e un tris di iniziative niente male, benché insistere sulla soluzione personale non sia roba sua).
Lookman 7,5: satanasso semi imprendibile, a dispetto delle apparenze non gioca mai da solo né tantomeno per se stesso. Il migliore dell’Atalanta è lui, non ci piove. Il più bravo, stavolta, no. Quando fa grandinare il 2-0 in quel modo, cosa puoi fare se non spellarti le mani alzandoti in piedi per la standing ovation? (15′ st Retegui 5,5: un tiro fiacco che denuncia stanchezze peregrine, ma che sia insoddisfatto di partire dalla panchina, da capocannoniere interno, è lecito).
All. Gasperini 7: non azzarda il tridente, eppure la chiude coi soli titolari, all’uscita dei quali l’Atalanta non tiene i livelli del primo tempo, senza una soluzione tipo Muriel dalla panchina. Del resto la formula pesante davanti poteva andar bene contro l’Arsenal, seppur schierato a quattro dietro. La sua squadra sta imparando a essere paziente. Altre due defezioni in difesa? Quando è così in fiducia e riesce a farsi ascoltare, non c’è nemmeno un’occasionissima regalata a Konoplia che tenga.
Simone Fornoni